Ultimo aggiornamento:  13 Giugno 2017 9:21

L’uomo al centro del successo d’impresa

Nicola Nannavecchia Doc/film

Testare materiali e processi per conto delle aziende di vari settori grazie a sofisticate e innovative strumentazioni e ingegneri in formazione continua.

“Le persone sono tutto. Delle migliori macchine del mondo non te ne fai nulla se non puoi contare sulla passione, sull’affidabilità, la responsabilità, la competenza, di chi le utilizza per ottenere dati in grado di rispondere alle esigenze dei clienti. È l’uomo che fornisce la risposta, la macchina è un aggeggio, un ‘cacciavite’ da un milione di euro che senza l’uomo, il suo intelletto, la sua mano, è inutile. Le persone, le dinamiche sociali all’interno dell’impresa, sono fondamentali. L’equilibrio è essenziale. Il concetto di ‘luogo e tempo di lavoro’ va sfumando. Le tecnologie rendono possibili libertà che non devono ritorcersi contro la persona. Che deve esser al centro, per il successo d’impresa.” L’intervista a Paolo Moscatti di TEC Eurolab azienda di Campogalliano con un piede nel futuro da oltre 25 anni, potrebbe anche finire qua. In poche parole offre una definizione semplice e diretta, di impresa e del motore che la muove. Industria 4.0, a tutto tondo insomma senza troppi giri di parole. Quello che ha da dire Moscatti però è troppo interessante per non essere raccontato e approfondito.

Quando è iniziata l’avventura, se possiamo definirla così, di TEC Eurolab?
“Nel 1990. Io e Alberto Montagnani, eravamo due giovanotti mossi probabilmente da motivazioni diverse, ma con lo stesso obiettivo: un’impresa che ci consentisse di migliorare e di accrescere le nostre competenze. Con la consapevolezza dei sacrifici, ma con l’aspettativa di goderne i benefici. Insomma, volevamo fare quello che ci piaceva e farlo a modo nostro. Dopo 25 anni di distanza siamo soddisfatti della nostra scelta, in linea oltretutto con le esigenze delle aziende manifatturiere del territorio. TEC Eurolab quindi non poteva che nascere qua, tra Modena, Reggio Emilia e Bologna, terra di motori, di meccanica avanzata, packaging, biomedicale, con aziende sempre alla ricerca delle performance e dell’affidabilità dei prodotti e quindi volte all’innovazione.”

Innovazione chiama ricerca: quanto è importante questo aspetto nella vostra azienda?
“Per noi è essenziale riuscire a supportare i nostri clienti nelle loro attività di ricerca e di sviluppo di nuove soluzioni, nuovi materiali ed individuazione delle cause di malfunzionamenti o rotture in fase prototipale o d’esercizio. Per fare ciò, a volte occorre anticipare i tempi, prevedere quali potranno essere le sfide tecnologiche relative a materiali e processi che il cliente si troverà ad affrontare e così predisporre un tipo servizio adeguato, al momento. Per questo le collaborazioni con l’Università, di Modena e Reggio, ma anche di Padova e la partecipazione a convegni internazionali sono determinanti: per stabilire nuovi rapporti, di confronto e collaborazione su tecnologie e qualità dei dati.”

Chi è il cliente di TEC Eurolab? 
“Sono clienti che operano in diversi settori: dall’automotive, all’aero-nautico, al biomedicale, al packaging… Lavoriamo in modo trasversale, grazie alle competenze sviluppate negli anni, cercando di supportare al meglio il cliente. Tutto ciò è espresso molto bene dal pay off del nostro logo ‘We make you feel sure’. Ci adoperiamo insomma, affinché i nostri clienti siano sicuri delle scelte che intendono realizzare e fanno relativamente a materiali e processi applicati al loro prodotto. E lo facciamo con i test di laboratorio, assistenza tecnica, formazione del personale, trasferendo le nostre competenze e anche certificando il personale addetto a processi speciali quali le saldature e i controlli non distruttivi. È fondamentale riuscire ad ascoltare il cliente, in modo attivo, interloquire con lui, non limitarsi a recepire la richiesta ma, se del caso, guidare la richiesta. Occorre andare al nocciolo del problema, perché ci stanno chiedendo un dato intervento? Quale problematica si trovano a dover affrontare? In questo le competenze relazionali, unitamente a quelle tecniche, divengono elemento distintivo.”

Qual è oggi il vostro mercato di riferimento?
“Non so quanto senso abbia parlare di mercato di riferimento, piuttosto che di materiali e tecnologie di riferimento. Le nostre competenze su materiali e processi quali, ma non solo, fibra di carbonio, compositi, additive manufacturing, indirizzano le nostre attività verso quei clienti che sono più attenti all’innovazione e all’utilizzo di tali materiali e processi. Quindi i settori automotive e aeronautico sono molto importanti per noi. Ciò non toglie che abbiamo clienti di primaria importanza anche in altri ambiti come il biomedicale, l’oleodinamica e perfino il fashion e l’arte. Insomma dove materiali e processi sono importanti per garantire il successo del prodotto, ci siamo. Il settore è più una questione che riguarda il nostro marketing che non il cliente che si approccia alle competenze e ai servizi da noi offerti e garantiti”.

Momenti di gioia ed altrettanti meno felici: ci racconta un successo determinante per la sua azienda ed un insuccesso inaspettato?
“Riguardo al successo scelgo il più recente, anche perché ha comportato complessivamente un investimento di un paio di milioni di euro. Abbiamo istallato due impianti tomografici che ci permettono di ispezionare in modo non distruttivo e con un’accuratezza di pochi millesimi di millimetro, prodotti e componenti anche di dimensioni notevoli, fino a tre metri di altezza e un metro e mezzo di diametro. Funziona come la TAC di consolidato utilizzo medico, ci consente di controllare e misurare ogni aspetto dell’oggetto, anche l’invisibile. Se mi passa una battuta, se sottoponessimo a tomografia un ovetto di cioccolato, quelli con sorpresa, non solo saremmo in grado di svelarne la sorpresa, ma anche di misurarne ogni dimensione, verificare e misurare eventuali difetti, per esempio la porosità, tanto nel guscio di cioccolato, quanto nell’involucro che lo protegge e nel giocattolo contenuto all’interno. Ovviamente senza minimamente danneggiare il prodotto. Ecco, con questa tecnologia oltre a scherzare con ovetti, abbiamo controllato anche testate motore, iniettori, camere di combustione di razzi, apparecchi biomedicali e… violini Stradivari e Guarneri del Gesù. Anche in questo caso, come gli altri che affrontiamo, l’investimento su strumentazione d’avanguardia è solo un aspetto. Per sfruttare al meglio queste tecnologie i nostri ingegneri si sottopongono a formazione continua, in Italia e all’estero, collaborando con università ed istituti di ricerca. Non è sufficiente acquistare una bella macchina per vincere le gare. Se così fosse, chiunque potrebbe sedersi a bordo della miglior vettura di Formula 1 e vincere il gran premio. Quando invece conta il pilota e quanto conta la squadra.”

Di TEC Eurolab, possiamo parlare anche di un’azienda in crescita dal punto di vista del fatturato? 
“Gli ultimi anni sono stati decisamente buoni, abbiamo investito tanto, sia in apparecchiature che in formazione, milioni di euro e migliaia di ore. I bilanci sono buoni, abbiamo chiuso il 2016 con un fatturato di 7,5 milioni di euro, in crescita del 15% rispetto all’anno precedente, e per il 2017 abbiamo messo a budget un’ulteriore crescita del 15%. Noi ce la mettiamo tutta, lavorando sodo e con passione. Di traguardi però da raggiungere ce ne è uno ogni giorno”.

Filippo Pederzini