Basta a pesi e oneri
Scalpore nei corridoi sassolesi dopo l’intervista al Carlino di Mister Kerakoll, l’industriale Gianluca Sghedoni, 49 anni e passato alle cronache per la sua campagna stampa all’americana di ricerca e selezione del personale, stile I WANT YOU!
Il brillante e fotogenico imprenditore annuncia la sua uscita da Confindustria – a Modena era uno dei vicepresidenti – e spiega che si è mantenuto nei ranghi finora, solo perché il suo diretto concorrente Giorgio Squinzi della MAPEI era il capo nazionale dell’Associazione, che ha sede a Roma in via dell’Astronomia.
“Ogni anno devo pagare una quota senza ricevere nulla in cambio” – proclama – È un ente politico, mandato avanti da persone che pensano solo a mantenere i propri privilegi”. Oh, Gesù! verrebbe da dire, seguendo lo stile del cattolicissimo Sghedoni, benefattore e assiduo pellegrino a Medjugorie.
Non gli va bene Boccia, il Jobs Act è puro merito di Renzi, all’estero ci va con i propri mezzi, l’unica sua speranza è unire la Confindustria emiliana all’Assolombarda e ai veneti e fare la Confindustria del Nord.
Può darsi che veda lontano il rampante sassolese, dal suo Green Lab, vero fulcro di ricerca e sviluppo e gioiello di architettura contemporanea.
C’ è anche chi, però, racconta altri particolari. È stagione di rinnovi contrattuali aziendali nel comparto a Sassuolo. Sotto tiro sono le aziende più solide. Fra queste, ad esempio, il gruppo Concorde con le sue numerose controllate tra Pavullo e il distretto a cavallo del Secchia, ma anche la Laminam del lanciatissimo Franco Stefani, che ha rilevato prima della liquidazione tutti i dipendenti dello stabilimento di Borgotaro della Kale e ora viene dato come futuro Presidente della Camera di Commercio.
E allora forse Sghedoni, sotto il tiro delle richieste guidate dalla CGIL, si è detto: Ma come? Creo occupazione, porto ricchezza nel territorio e mi ripagano così? Forse è meglio combattere da solo e non assoggettarmi a vincoli associativi davanti al fronte sindacale.