Ultimo aggiornamento:  10 Dicembre 2021 12:30

Da Blondi, una storia diversa

Come nasce un Diamante Coltivato Freelight.

Diamante, dal greco Adamas che significa “invincibile”, “incorruttibile”.
Il diamante è l’unica gemma composta di un solo elemento chimico: carbonio puro, cristallizzato nel sistema cubico.
Nasce nella profondità del manto terrestre (da 150 a 220 km, di profondità) ove il carbonio si trova in presenza di altissime temperature e pressione.
È il minerale più duro in assoluto tra quanti ne produce la natura.
È grandemente utilizzato per scopi industriali. Una piccola parte, circa il 2%, di quanto viene estratto ha le caratteristiche atte a farlo diventare una gemma attraverso il taglio detto “a brillante” e la levigatura, e quindi a trasformarlo nel più prezioso dei gioielli, e questo fin dai tempi più antichi.
Le caratteristiche principali che lo rendono così prezioso, oltre alla rarità, consistono nelle sue proprietà ottiche: altissimo grado di capacità di riflessione, rifrazione, dispersione della luce e grado di trasparenza, molto superiori a quelle di qualsiasi altra gemma.
Diamante coltivato:
I semi di diamante vengono preparati e inseriti in un reattore al plasma che riproduce le stesse condizioni di calore e pressione che si verificano in natura.
La successiva cristallizzazione del carbonio dà inizio alla nascita del diamante, una fase seguita e monitorata step by step fino alla formazione ottimale del diamante che ora è pronto per essere lavorato, tagliato e lucidato.
È a questo punto che entrano in scena tecnologie guidate da esperti tagliatori per conferire al diamante un aspetto di classe e lucentezza unica.
Il risultato finale è un diamante vero, accessibile, etico ed ecosostenibile.
Il diamante coltivato è un diamante vero a tutti gli effetti. Ha le medesime caratteristiche chimiche, fisiche e organolettiche di quello prodotto dalla natura. I diamanti coltivati e quelli naturali sono praticamente indistinguibili.
L’unico modo per determinarne l’origine consiste nel paragonare le linee di accrescimento che rivelano il tempo impiegato per formarsi. Per farlo occorrono particolari strumenti non accessibili se non ai più rinomati laboratori gemmologici internazionali.
Per questo i diamanti coltivati devono essere accompagnati da un certificato gemmologico che ne attesta la natura rilasciato dai pochissimi laboratori di fama internazionale, che già certificano i diamanti di miniera e che utilizzano i medesimi protocolli e parametri che ne garantiscono le caratteristiche, una sorta di carta d’identità in grado di riconoscere una singola gemma tra tutte le altre.
Tempo di creazione di un carato: 1 Mese
Il diamante in natura: 1 Milione di anni
Freelight Diamond è tra le prime aziende italiane a utilizzare il diamante coltivato nella creazione dei suoi gioielli.
L’azienda Blondi Gioielli SpA con il suo punto vendita Blondi 3nd è stata la prima a proporli nella provincia di Modena con la campagna,
“Il diamante coltivato è vero come l’amore”.
La presentazione è avvenuta nel luglio scorso.
Attualmente il valore di mercato dei diamanti coltivati è di circa minore del 50/60% dei naturali a parità di caratteristiche (peso, purezza, colore, taglio)
È ecologicamente più “green” in quanto non necessita di impianti minerari e la sua creazione consuma molto meno energia.