La storia de il REGGISENO
C’è chi lo considera mezzo di seduzione, chi strumento funzionale alla salute del seno, chi invece lo bruciava per rivolta e chi rivendica il diritto di non indossarlo; stiamo parlando del reggiseno, che vanta più di 100 anni di carriera, fatturati milionari e una storia articolata.
1907-Vogue l reggiseno compare per la prima volta sulla rivista Vogue, in piena contrapposizione con il corsetto. Paul Poiret e altri sarti innovatori dichiararono guerra alle sorpassate regole della corsetteria, creando una nuova figura femminile non più ad anfora ma con vita molto alta, appena sotto il seno.
1910-Carezza Crosby, attivista e scrittrice statunitense, in giovane età, stanca del corsetto che definiva “una corazza simile a una scatola di stecche di balena e cordame rosa”, brevettò un reggiseno in stile moderno, per poter muoversi più liberamente durante il ballo delle debuttanti a cui avrebbe partecipato.
1920- Greta Garbo Style. Durante la Grande Guerra, quando gli uomini erano al fronte e le donne necessitavano di miglior libertà di movimento per lavorare il reggiseno iniziò ad imporsi sul mercato per poi esplodere nel primo dopoguerra, con l’emancipazione femminile. La moda ridusse le differenze fisiche tra uomo e donna, così negli anni ’20 le donne iniziarono a portare capelli corti, a fumare sigarette e a portare i pantaloni. Il reggiseno si trasformò in una tracolla che appiattiva il seno e gli “donava” un profilo informe: era la moda della donna alla “garçonne”, della quale ne fu testimonial Greta Garbo.
Anni 50- Arrivano le Pin-Up . La moda vuole le donne con seno tornito, sferico, ben spinto verso l’alto. Un seno così nella società denutrita del periodo successivo alla Seconda Guerra Mondiale risultava molto rassicurante, un’immagine esteriore da invidiare e tentare di raggiungere. Nasce così il reggiseno Very Secret costituito da cuscini d’aria in grado di aumentare il décolleté persino delle più magre. Diventano popolari attrici e modelle come Marilyn Monroe, Bettie Page, Jane Russell, Sophia Loren, Gina Lollobrigida, Anita Ekberg ancora oggi considerate icone a livello mondiale, oltre ogni moda e tempo.
60s-Swinging London. Più la società si sviluppa e il benessere aumenta, più diviene quasi obbligatoria la magrezza nelle donne, vista come sinonimo di bellezza. In piena società dei consumi non stupisce che la bellezza coincida con il fisico asciutto della super modella Twiggy(Stecchino). In questo periodo si può dire che il reggiseno sia quasi superfluo.
1968-“Bra Burning Movement” In occasione di Miss America, un gruppo di femministe chiamato New York Radical Women si piazzò fuori dalla sede del concorso di bellezza, con l’intenzione di dare fuoco ad una serie di oggetti, denominati “strumenti di tortura femminile”, tra cui anche il reggiseno. Un gesto simbolico per esprimere l’emancipazione femminile e di differenziarsi dalle generazioni precedenti.
1981- Il Big Ben dell’intimo. Dopo la crisi e le tensioni degli anni 70, torna la prosperità; gli anni ’80 segnano la rimonta dei seni fiorenti e donne in carne; nel 1981 si ebbe un vero big-bang della lingerie. Sul mercato spopolava la varietà di modelli, colori e stampe, uniti a comodità e finezze mai viste. Una ditta italiana si impone su tutte per il suo intimo sofisticato e di alta qualità: è La Perla e Jean Paul Gaultier crea per Madonna il reggiseno coppe a forma di cono. Un modo ironico per citare i reggiseni da maggiorata di una volta, riletti in chiave quasi bionica.
1994 Wonderbra. Arriva il reggiseno delle meraviglie che permette alle donne di tutto il mondo di esibire un décolleté sfrontato, anche in mancanza di curve abbondanti grazie al sistema di push-up, lanciato dal marchio Playtex. La modella della campagna pubblicitaria internazionale è la top model Eva Herzigova, il claim era Guardami negli occhi/ Ho detto negli occhi. La campagna ebbe un enorme successo, tanto che gli furono attribuiti incidenti stradali da uomini distratti da questa pubblicità. Nel 2011 secondo un sondaggio è stata eletta come la pubblicità più efficace di sempre.
2000 la New Era. Dal 2000 in poi si cerca di combinare la qualità con la comodità e i nuovi materiali ecosostenibili. Se brand come Abercrombie e Victoria Secret cercano un riposizionamento, arrivando nelle ultime stagioni a produrre perfino linee “hipster”, significa che qualcosa sta cambiando. Il magnifico mondo fatto di bellezza e reggi seni improponibili, indossati con orgoglio e disinvoltura nelle sfilate, che per anni ha rappresentato l’ideale di bellezza femminil, ora è in declino. I “millennial” non amano che l’attenzione sia tutta per l’estetica. Catene low cost come H&M, Primark, Zara, continuano a fare buoni risultati. Parola d’ordine semplicità: i giovani vogliono essere autentici, cioè normali, ed essere rappresentati come tali anche nell’abbigliamento intimo. Nel mondo i consumatori spendono circa 16 miliardi di dollari per reggi seni. In Italia Calzedonia, a cui appartengono anche Intimissimi e Tezenis, è il terzo marchio italiano del settore moda-abbigliamento e i suoi prodotti sono famosi per semplicità e fidelizzazione del cliente. Risultato? +9,3 per cento di fatturato nel 2015 rispetto al 2014.