Commercio e terziario in lieve crescita
“Qualche concreto segnale positivo in più che ora però, occorre consolidare”. È questo il quadro che emerge, dall’analisi dell’Osservatorio di Confesercenti Modena, dopo aver messo sotto la lente l’andamento dei ricavi di oltre 1000 piccole e piccolissime imprese modenesi, nel primo semestre dell’anno. Nei settori del commercio, del turismo, servizi ed ingrosso, il segno più tiene, mostrando al 30 giugno, rispetto al medesimo periodo del 2016, un lieve incremento delle vendite, del +2,6%. Si consolidano i consumi in bar e ristoranti, mentre tiene l’extralimentare. Recupera l’ingrosso dopo qualche difficoltà in avvio d’anno, flette leggermente la vendita al dettaglio dei generi alimentari. “È uno spiraglio di luce – commenta Confesercenti Modena – oltre che di fiducia, quello che ha caratterizzato nella prima parte dell’anno, tante MPMI dei nostri ambiti di riferimento. Un trend positivo, rilevato anche in regione (da dati indagine Confesercenti Nazionale, sei sole però quelle che hanno accresciuto i ricavi a livello nazionale) che riavvicina i consumi a livelli pre-crisi. Il risultato, ad esempio per la categoria dei pubblici esercizi, è stato certamente influenzato dal bel tempo primaverile e dall’incremento dei flussi turistici, in città e sul territorio. Resta però da consolidare nella seconda parte dell’anno, per definire se effettivamente la ripresa dei consumi è cosa concreta.”
Andamento per settori al 30 giugno 2017 dei ricavi delle MPMI modenesi
Commercio al minuto di generi alimentari: -0,3%. Rallenta il calo dei consumi nel settore che si era accentuato nei trimestri precedenti, anche se le famiglie, preferiscono rivolgersi per gli acquisti verso quelle forme distributive dalle politiche di prezzo molto aggressive, discount in particolare. Tengono invece gli esercizi di piccola dimensione, fortemente specializzati – con un offerta di qualità molto elevata – e orientati ad un segmento di clientela alto: segno di una continua crescente polarizzazione dei consumi anche tra i generi alimentari.
Commercio al minuto extra alimentare: +0,8%. Un semestre caratterizzato, dal segno più, ma che induce comunque alla cautela prima di lasciare spazio ad interpretazioni di inversione di tendenza. Il settore proviene da anni di forti diminuzioni delle vendite e va alla ricerca di ulteriori riconferme nella seconda parte dell’anno. Inizia inoltre a emergere che, negli affari sta iniziando ad incidere sempre più – e questo è significativo – lo specializzarsi da parte degli operatori, nell’individuare altri canali in grado di generare ritorno attraverso l’uso del web e dei social media. A prevalere però, resta la tendenza a comprimere i consumi posticipabili: sia i classici beni durevoli, ma spesso anche abbigliamento e calzature.
Ristorazione e pubblici esercizi: +3,7%. Non solo viene confermato l’incremento dei ricavi, rispetto al medesimo periodo dello scorso anno, ma accresce in modo sostanziale. L’Osservatorio evidenzia un aumento di consumi fuori casa (bar, ristoranti e locali di ritrovo). Sul settore hanno poi inciso, a partire da aprile, periodo pasquale compreso e specie in città e nei maggiori centri della provincia, gli arrivi turistici in costante aumento.
Commercio all’ingrosso e intermediazione: +3,7%. Dopo un avvio d’anno sottotono, l’ingrosso recupera terreno mettendo a segno rispetto allo stesso periodo 2016, un incremento di oltre 3 punti e mezzo di percentuale. Conformemente all’andamento generale, la domanda nel settore è ripresa in modo sostenuto così come i fatturati delle imprese orientate al manifatturiero, traino dell’intero comparto.
“I segnali in arrivo da molti settori dell’economia, turismo, produzione industriale ed esportazioni, appaiono positivi – commenta Confesercenti – Dopo anni di difficoltà, la ripresa, anche se è opportuno parlarne in modo cauto, sembra a portata di mano: un cambiamento che non può che avere che conseguenze positive sulla fiducia di cittadini e imprese. Ma se è vero che sono necessari tre indizi per fare una prova, dopo le buone performance della produzione industriale e dei flussi turistici, per confermare in pieno il ritorno alla crescita al Paese e quindi anche al territorio modenese, manca una solida ripresa dei consumi delle famiglie. Non è sufficiente un semestre di dati positivi per cancellare quasi un decennio di difficoltà e chiusura di attività imprenditoriali. Per questo – conclude l’Associazione – riteniamo sia assolutamente necessario intervenire a favore delle famiglie e delle imprese che fanno riferimento alla domanda interna, dai negozi alle botteghe artigiane. La prossima legge di Bilancio, al netto delle richieste da parte dell’Europa, potrebbe essere l’occasione per mettere in cantiere un intervento redistributivo che consolidi la ripartenza dei consumi. Ricordiamo, da questo punto di vista, che sono trascorsi dieci anni dall’ultima revisione delle aliquote Irpef”.