Fusione per Banca Interprovinciale
Piccole banche crescono a Modena. Banca Interprovinciale, che ha la sede in via Emilia Est, ha annunciato la fusione per incorporazione con Banca Emilveneta al termine di un processo, che ha visto anche l’autorizzazione all’operazione da parte della Banca Centrale Europea di Francoforte, presieduta da Mario Draghi.
“Siamo una banca tradizionale di raccolta e impieghi – dichiara a Modena Industria il direttore generale Alessandro Gennari – dopo la fusione, subordinata all’ autorizzazione di Banca d’Italia, avremo 7 filiali e toccheremo i 500 milioni di raccolta con 300 milioni di impieghi con circa 7.000 conti correnti”. Notevole la soddisfazione che si respira dalle parole del dirigente “Abbiamo i bilanci in ordine e nessuna delle due banche ha difficoltà. È una aggregazione pensata un anno e mezzo fa, che ha visto le delibere dei due Consigli di Amministrazione. Ora procederemo con un aumento di capitale, che abbiamo studiato sette-otto mesi fa, funzionale ad una logica di sviluppo prospettico”.
Gennari ci tiene ad evidenziare il tema della solidità della sua banca “Siamo al doppio dei minimi del Common Equity Tier (17% al 30/6/2016), che fissa il rapporto tra il patrimonio e i rischi a carico della banca. L’aumento di capitale mira a mantenere la banca a tali livelli di eccellenza; in altre parole siamo una banca sicura, estremamente sicura, rispetto all’ eventuale rischio di un Bail in”, termine diventato famoso in Italia negli ultimi mesi. Basti pensare a quanto successo agli obbligazionisti di CARIFE, Banca Marche, Banca Etruria e Cassa di Risparmio di Chieti e al problema delle sofferenze bancarie – cioè i crediti concessi alle imprese, che diventano difficilmente esigibili per gli istituti di credito – che hanno portato dall’ inizio dell’ anno ad un crollo dei valori delle azioni delle banche in Italia. Questo problema ha toccato la gran parte del settore creditizio ed è, attualmente, all’ attenzione del Governo.
“Si può essere profittevoli ed efficienti – spiega il Direttore – anche se piccoli. È in ogni caso, positivo l’ aumento dimensionale, ma non dovrebbe mai avvenire a scapito dell’ efficienza . Molte fusioni, sotto questo aspetto, hanno fallito gli obiettivi.
Alla base di tutto, risiede l’obiettivo di dare una giusta remunerazione agli azionisti, erogando un coerente dividendo mantenendo una solida reputazione della banca”.
In passato le banche guadagnavano soprattutto con il margine di interesse. E ora ?
Ora tutto è molto più complicato e si guarda al margine di intermediazione, che è la somma del margine di interesse, dalle commissioni e dalla gestione della finanza. Noi abbiamo attinto in questi anni alle operazioni della B.C.E., investendo molto in titoli di Stato italiani, che hanno un rischio contenuto. Inoltre, gli Amministratori hanno deciso che la Banca Interprovinciale non intende avvalersi di strumenti finanziari potenzialmente pericolosi come i derivati, almeno nel medio termine. È un tipo di operazioni, che, per loro natura, va gestito con grande prudenza.
Ma, per concludere, come si è costituita la Banca?
Siamo nati per iniziativa di un gruppo di imprenditori di Modena e Bologna e di qualche professionista, un po’ esasperati per come si comportavano nel 2007/8 le banche. Hanno provato a puntare su una banca che fosse autenticamente trasparente e leale con i clienti ed è quello che cerchiamo di fare, con passione e lealtà sommessamente nei confronti della clientela. D’altra parte la reputazione dipende dalla fiducia reciproca.
Il Governatore della BCE Draghi sostiene che ora il problema delle banche è più la redditività della solvibilità. E la B.I.P. come è messa?
I risultati ci danno ragione. Nel 2013 abbiamo chiuso il bilancio con 1,6 milioni di utile netto. Nel 2014 siamo arrivati a 4,5, confermati a fine 2015. Al 30 giugno il risultato lordo è di 5 milioni, pari a circa 3 milioni netti”.
Giorgio Pagliani