Ultimo aggiornamento:  1 Dicembre 2020 10:06

La leva del business

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Nello studio del consulente di impresa Dario Colombo: ‘Miglioriamo i processi come leva per il business’.

“Nessun momento è mai sbagliato per aumentare la competitività e la marginalità della propria azienda e puntare sulla qualità come leva per il business”. Ne è convinto Dario Colombo, titolare della Colombo Consulting, realtà nata nel 2008 dalla decisione di mettere al servizio delle aziende la lunga esperienza personale maturata dagli anni ottanta all’interno di grandi aziende come Fiat e Ferrari nel campo del dell’ottimizzazione dei processi e della qualità di prodotto. Da Torino a Modena, anzi alle colline modenesi dove Dario Colombo ha scelto da anni di vivere. Ci accoglie nel proprio ufficio e subito risponde ad una nostra domanda, al limite di una banale curiosità, che gli poniamo dopo avere osservato i tanti libri che sulla scrivania parlano di modelli di ottimizzazione dei processi produttivi: esistono metodi standard per migliorare la qualità della produzione e aumentare la competitività? “Per quanto ci riguarda, operando in tutti settori, non abbiamo un approccio standard, anche perché nessuna azienda, con le sue persone e la sua organizzazione, è uguale all’altra, ma cerchiamo la migliore soluzione in funzione delle differenti specificità delle aziende, attingendo dalle metodologie più evolute e tenendo sempre come obiettivo la massima qualità intesa, appunto, come leva per il business”. 

Come avviene il contatto con il cliente? “Solitamente è il cliente che ci cerca, spesso attraverso il passaparola di aziende ed imprenditori soddisfatti che grazie ai nostri servizi hanno ottenuto risultati. Questo è un mestiere che non si improvvisa. Senza esperienza, fiducia, trasparenza e risultati, è difficile affermarsi e crescere anzi è facile perdere credibilità”. 

Valori di fondo che danno senso ai progetti manageriali (coaching Quality Manager e di Continuous Improvement Manager), o consulenziali (assestment, progetti Lean Six Sigma e di implementazione della Operational Excellence), o formativi, che la Colombo Consulting è in grado di calare e ritagliare, come un abito su misura, sulle singole aziende in cui va ad operare. Ed i risultati che ne generano sono tali da ripagare di gran lunga l’investimento per una consulenza. “Basta pensare che le aziende operanti secondo i dettami del Lean Management e dell’Operation Excellence hanno il 9% di produttività in più rispetto alle altre” – sottolinea Colombo mostrandoci i dati pubblicati dal Sole 24 ore.

Immaginiamo quanto sia difficile per un imprenditore non solo risolvere ma ancora prima individuare e riconoscere le cause delle inefficienze. 

Quali sono i fattori che in un azienda creano inefficienze che si ripercuotono poi sulla produttività e sulla capacità di espandere il proprio business? “Scarsa qualità dei prodotti, costi eccessivi, inefficienza e lentezza dei processi, ritardi nelle consegne che fanno perdere competitività e clienti. Fattori sui quali agisce il nostro intervento”.

Come si svolge il vostro lavoro? “In una prima fase siamo semplici osservatori. Per alcuni (pochi) giorni entriamo in azienda ed osserviamo i processi, l’organizzazione, i tempi e tante altre variabili, anche ambientali, che incidono sull’efficienza e sulla qualità del prodotto e del servizio. Individuiamo i punti deboli del sistema e dei processi che spesso per forza di cose è naturale sfuggano ad un occhio interno. Da qui elaboriamo, presentiamo e confrontiamo con la proprietà e con i responsabili di area una proposta di progetto complessivo di intervento che, se approvato, viene applicato e monitorato nel suo sviluppo e nei risultati. In un tempo stabilito. Con obiettivi e risultati definiti. Un intervento che si esplica in parallelo anche alla necessaria formazione del personale, ma soprattutto dei responsabili di settore e di area. Obiettivi di efficienza e metodi per raggiungerli devono essere condivisi. Insieme alla consapevolezza che processi efficaci ed efficienti consentono l’incremento della soddisfazione del cliente, l’abbattimento dei costi, la riduzione del time to market, l’aumento delle flessibilità e la sostenibilità dei risultati nel tempo”.

Quanto l’assenza di questi contenuti è andata o andrà a penalizzare ulteriormente le aziende travolte dagli effetti della gestione dell’emergenza Covid? “La ripartenza, dal punto di vista dei processi operativi, richiede innanzi tutto flessibilità per potere assecondare per esempio la grande variabilità delle ordinazioni. E la flessibilità è tanto più possibile quanto più le aziende operano secondo le logiche della Qualità Competitiva e dell’Operation Excellence. L’assenza di queste condizioni comporta problemi qualitativi e costi aggiuntivi per chi è penalizzato da lunghi periodi di lead time, dalla scarsa polivalenza delle risorse, da fornitori non adeguati, da processi decisionali ferraginosi, dalla lontananza della industria 4.0, e dall’insoddisfazione dei clienti le cui attese, con o senza emergenza Covid, continuano comunque sempre a crescere”.

Ed è proprio affrontando il tema dell’industria 4.0 e di come questi modelli di efficacia e di efficienza possano integrarsi con lo sviluppo ed il passaggio all’azienda digitale che concludiamo la nostra chiacchierata con Dario Colombo. “Noi intendiamo queste logiche di efficacia e di efficienza dei processi come premesse per una gestione competitiva della qualità. La sola tecnologia non basta. Anche quando l’industria 4.0 sarà diffusa, saranno ancora il know-how delle persone e l’efficienza dei processi a fare la differenza. Per massimizzare il valore aggiunto delle logiche dell’Industria 4.0 occorre prepararsi con una gestione della qualità robusta ed affidabile, quindi competitiva. Chi non ha risolto i propri problemi qualitativi ed ha clienti insoddisfatti, oppure deve sostenere costi eccessivi per poterli soddisfare, non può pensare di bypassarli semplicemente adottando l’Industria 4.0. Chi non si è ancora convinto della necessità di dovere incrementare efficacia ed efficienza probabilmente troverà motivazioni per continuare a dire ‘non è il momento’, ma – conclude Colombo ribadendo il concetto con cui ci siamo salutati all’inizio del nostro incontro – nessun momento è mai sbagliato per potere incrementare competitività e marginalità della propria azienda. E noi siamo qui per accompagnare l’impresa in questo percorso”. 

Gianni Galeotti