Ultimo aggiornamento:  11 Maggio 2020 6:52

Il protocollo Ferrari

L’azienda di Maranello attua, fra le prime in Italia, un suo protocollo sanitario realizzato insieme a virologi ed esperti, che indica le linee guida dei comportamenti da tenere da parte dei suoi addetti per contrastare il covid-19.

In una recente intervista il sindaco di Modena, Gian Carlo Muzzarelli, riguardo la riapertura delle fabbriche, ha affermato che questa sarebbe avvenuta solo se in completa sicurezza citando, quale esempio di riferimento, quanto è accaduto alla Ferrari di Maranello.

Cosa ha fatto la Ferrari, in largo anticipo rispetto alle altre aziende, tanto da essere citata come esempio italiano nella sicurezza in fabbrica anche dai mezzi di informazione nazionale?

L’azienda modenese infatti si è mossa immediatamente per mettere in sicurezza sanitaria i propri addetti formulando un “protocollo sanitario Ferrari” condiviso con i rappresentanti sindacali dei lavoratori. Questo prevede una serie dettagliata di comportamenti che il personale deve seguire. Oltre alla cartellonistica agli ingressi della fabbrica che invita all’uso della mascherine, ad una adeguata distanza dalle persone, di avvertire in casi di sintomi di malessere e che ci abitueremo a vedere in futuro presso tutte le aziende poichè disposto pure dal Ministero della Sanità, vi sono delle indicazioni che possono essere utili e adottabili anche per tutte le aziende. Certo sarà difficile che queste si organizzino come in Ferrari con un “Emergency Management Team”, che si riunisce almeno una volta a settimana per definire le misure per contrastare il virus e composto dal direttore delle risorse umane e vari responsabili compreso un medico, oppure garantire ai propri addetti, dietro loro richiesta, supporto strumentale sanitario a domicilio, quali saturometro, bombole di ossigeno ecc. Però vi sono indicazioni interessanti che il personale deve seguire. Innanzi tutto si confida sul “senso di reponsabilità di ciascuno” al fine di ottenere una protezione efficace per il bene di tutti.

Quindi colpisce il punto dedicato alle operazioni di “auto sanificazione” che nella maggior parte fino ad oggi non viene mai seguita in azienda e negli uffici perchè considerata di competenza delle imprese di pulizia. Telefoni fissi, cellulari, mazzi di chiavi se utilizzati da altre persone devono essere puliti dal lavoratore prima del loro utilizzo. E così pure scrivanie e tavoli riunioni, attrezzature di lavoro e schermi touch. Quindi tastiere e mouse dei computer e delle fotocopiatrici. Nei veicoli utilizzati anche da altri occorre pulire maniglie esterne ed interne, volante, comandi e leve.

Queste operazioni devono essere effettuate seguendo una successione precisa di indicazioni: lavati le mani; indossa i guanti; preleva la carta, spruzza il disinfettante direttamente sulle superfici; strofina la carta per pulire; ripete l’operazione fino a quando la carta rimarrà completamente pulita; riposiziona il disinfettante; getta la carta e i guanti nel cestino, lavati le mani. Ognuno si lava a casa le mascherine consegnate dall’ azienda.

Insomma un vademecum utile per i lavoratori con tanto di indicazione dei numeri verdi di ogni regione italiana nel caso di trasferimenti nonchè quello del cellulare del medico dell’azienda. 

Le indicazioni non si limitano ai comportamenti da tenere negli stabilimenti ma bensì anche quelli da tenere in trasferta. Come preferire ristoranti con servizio al tavolo piuttosto che quelli a buffet. Bere acqua in bottiglia evitando le bibite in lattina. In camera utilizzare solo prodotti monouso e confezionati ermeticamente. In auto massimo due persone disposte diagonalmente e, questo punto fa un po’ sorridere se pensiamo alle interminabili telefonate che stiamo facendo in questo periodo in cui abbiamo neccessità almeno di comunicare: “limitare l’interlocuzione all’interno del veicolo” che significa fare meno chiacchiere in auto.

Per scaricare i due utili e interessanti pdf col protocollo sanitario Ferrari completo, occorre scrivere su Google le seguenti parole: fim-cisl Ferrari linee guida.

Paolo Storchi