Ultimo aggiornamento:  11 Maggio 2020 6:53

Il virus che ha reinventato le aziende

Sono molte le aziende modenesi che hanno riconvertito una parte della loro attività produttiva. Eccone alcune.

Decine le realtà produttive che hanno, implementato e riconvertito le proprie attività. Per continuare a lavorare, e per dare un contributo ad affrontare l’emergenza.

Aziende tessili che al posto di capi di abbigliamento producono mascherine, industrie di liquori che producono disinfettanti, imprese di trasporto che anziché auto recapitano macchinari biomedicali, o aziende dedite alla formazione che spostano il loro lavoro, con anni di anticipo, su piattaforme digitali, incrementando la loro attività. 

Sono migliaia in Italia, e tante nella provincia di Modena, terra del ‘fare’ e del ‘sapere fare’ che nelle emergenze riesce a dare il meglio, le aziende che hanno riconvertito tutta o parte della loro produzione (in molti casi bloccata dall’emergenza globale), o che la produzione l’hanno raddoppiata o triplicata, per garantire la fornitura di strumenti biomedicali e di sicurezza individuale, oggi diventati indispensabili. Negli ospedali, nei luoghi di lavoro, nella vita di tutti giorni. In una fase due dell’emer-genza in cui il virus non ci abbandonerà e con il quale dovremo convivere.

E sulla scia dei big della moda, tra i quali Calzedonia, Armani, Gucci, che hanno messo a disposizione intere linee produttive per la produzione di camici e mascherine, o dell’auto, tra cui Ferrari, che ha avviato la produzione di valvole per respiratori, tante altre aziende del territorio si sono organizzate. Con esempi straordinari, e con il distretto biomedicale e del tessile, ma non solo. Imprese che hanno saputo adattarsi e rispondere velocemente alle specifiche necessità imposte da una emergenza epocale. In diversi casi non si è trattato di riconvertire la produzione, ma di modificarla, nei numeri e nella tipologia di prodotto. E da Modena e dall’Emilia, diversi esempi sono diventati nazionali. 

La Intersurgical di Mirandola, specializzata in dispositivi medicali per la medicina respiratoria, e leader nella produzione di caschi per ventilazione non invasiva, è l’azienda che su richiesta del team dell’Università di Bologna – ospedale S.Orsola, ha realizzato a tempo record un circuito in grado di raddoppiare la capacità dei respiratori utilizzati nei reparti di terapia intensiva, per fornire ossigeno a due pazienti, anziché ad uno. Creatività e passione sono contagiose ed è così che di fronte alle difficoltà della Intersugical nel garantire con i normali corrieri la consegna urgente del materiale, è entrata in gioco l’Imperiale Group, leader nel settore verniciatura di supercar quali Lamborghini e Pagani che, bloccata dal Decreto anti-covid, ha fatto di necessità virtù, mettendo a disposizione i propri mezzi di trasporto ed il personale per far fronte a questa situazione, in tutta sicurezza. 

La Dimar di Medolla, azienda specializzata nella produzione di “caschi” per la ventilazione non invasiva, si è dovuta riorganizzare non tanto sul fronte della tipologia di prodotto ma della quantità da produrre. Perché il numero di caschi, realizzati per facilitare la respirazione ed isolare il paziente, è stato triplicato. Da duecento a seicento dispositivi al giorno. Questo anche a seguito della scelta dell’Unità di crisi di Protezione Civile di Milano che ha individuato la soluzione Dimar tra le migliori sul mercato per evitare il sovraffollamento delle terapie intensive. 

Produzione triplicata anche per Eurosets, azienda specializzata nella progettazione, produzione e commercializzazione di dispositivi biomedicali che sorge nel Distretto di Medolla. L’azienda ha visto triplicare le richieste di dispositivi monouso per ECMO – ExtraCorporeal Membrane Oxygenation. Si tratta di ossigenatori, in grado di fornire ossigeno e rimuovere anidride carbonica direttamente nel sangue del paziente. Impiegati nelle Terapie Intensive nei casi più gravi di pazienti colpiti da coronavirus. Per far fronte a questo incremento esponenziale di richieste in tempi rapidi, Eurosets si è dovuta di fatto riconvertire sul fronte dell’organizzazione, potenziando le linee produttive di ECMO, per passare dalla produzione di 400-500 dispositivi al mese, in tempi pre Covid-19, agli attuali 1500. 

Straordinario esempio di riconversione di parte della produzione anche per  la Casoni Fabbricazione Liquori spa, storico liquorificio di Finale Emilia. Dopo essersi adeguata alle norme e a tutte le misure di sicurezza previste per il contenimento della Covid-19, l’azienda continua la produzione dedicando una parte degli impianti dall’imbottigliamento di alcolici da mescita a quella di alcol etilico, ingrediente indispensabile per la produzione di igienizzanti per le mani. 

Agli ordini di prodotti ‘classici’, hanno iniziato quindi ad affiancarsi ordini sempre più consistenti di alcol. Alle richieste dei clienti tradizionali della grande distribuzione si sono poi aggiunte richieste dalla farmacie della zona, alla ricerca di alcol ed igienizzanti per mani. Verificata la disponibilità del personale a continuare a produrre e messo a punto modalità condivise e sicure, Casoni ha rivisto la produzione. Ad oggi Casoni ha consegnato migliaia di litri di alcol destinato alla produzione di gel disinfettante e altri presidi medicali utili per evitare il contagio del coronavirus.

“La speranza, come per tutti, è di tornare presto – fa sapere l’azienda – alla sola produzione di liquori di qualità e storia. Nel frattempo la disponibilità delle linee produttive alle nuove esigenze è totale”.

La Tecnoline di Concordia sulla Secchia, specializzata nella produzione di sacche per la dialisi e di dispositivi per la raccolta del sangue, ha riconvertito la sua produzione alla realizzazione di mascherine protettive ma non solo. In pieno spirito creativo ed innovativo che da sempre distingue il distretto biomedicale della Bassa modenese, Tecnoline ha donato una camera mobile di biocontenimento al Servizio di Emergenza Territoriale – 118, in prima linea contro l’epidemia coronavirus, utilizzata sull’am-bulanza di stanza al Pronto Soccorso dell’Ospedale Santa Maria Bianca di Mirandola.

Soprattutto nella fase due, con sempre più persone fuori, non solo per andare al lavoro e a fare la spesa, la fornitura di mascherine è fondamentale. L’obiettivo dell’Italia è quello di non avere più bisogno delle forniture della Cina per gli approvvigionamenti che dovrebbero essere garantiti per fare fronte all’emergenza. Per raggiungere l’obiettivo è necessario valorizzare le aziende italiane ed emiliane, soprattutto del tessile, che si sono attivate da subito per la produzione. Per sostenere questo processo si sono attivati anche dei finanziamenti specifici. Da Carpi Fashion System, per esempio, è stato pubblicato un bando da 50.000 euro per aiutare le imprese del tessile-abbigliamento a sostenere le spese necessarie per le analisi ed i controlli necessari all’autorizzazione ad avviare la produzione di mascherine e dispositivi di protezione individuale (DPI) legati all’emergenza COVID-19.

Sono 1000 i dispositivi coprivolto protettivi realizzati in maglia che dalla ditta CTF Service srl di Quarantoli, facente parte di Gandolfi Group, sono arrivati al Comune di Mirandola. Un piccola parte della grande quantità che il gruppo, noto per la sua attività nel settore della commercializzazione di macchine industriali per maglieria e lavanderia, ha iniziato a realizzare. 

“Si tratta di un prodotto al 100% “made in Mirandola” – ha spiegato Claudio Gandolfi – realizzato interamente in cotone misto ad un filato elastico ottenuto da una lavorazione particolare, già utilizzato dal gruppo in altri ambiti medicali e sportivi. Può essere riutilizzato più volte perché è completamente lavabile”.

Nella produzione di mascherine da segnalare anche la Staff Jersey, di Carpi, fondata nel 2006, una delle realtà che, meglio di altre, ha saputo stare al passo coi tempi, anche in questo caso.

Spostandosi a Formigine, quasi sul lato opposto della lunga striscia di territorio che definisce sull’asse nord-sud la provincia di Modena l’azienda “Stilo Grafica srl”, ha messo a punto un prototipo di “saturimetro” realizzato con sensori di nuova generazione e integrato con un sistema di monitoraggio a remoto”.

Zenit Formazione di Formigine, nel modenese, non potendo temporaneamente proporre corsi di formazione in modalità frontale, si è organizzata con la formazione a distanza, proponendo anche corsi gratuiti, come ad esempio il webinar dall’inequivocabile titolo “La gestione del rischio biologico-sanitario nel contesto lavoro: emergenza Covid19”.

Solo alcuni esempi di un mondo e di un modo di fare impresa in grado di garantire anche nelle situazioni più difficili, le soluzioni migliori.

Gianni Galeotti


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