Ultimo aggiornamento:  13 Novembre 2020 4:08

La spinta viene dalla Bassa

Una delle prime fiere in presenza – forse la prima in assoluto – ad essere svolta a livello nazionale. Nonostante l’emergenza Covid in corso e le restrizioni.

Sorridono gli occhi di visi coperti dalla mascherina. Quasi a dire “Ci siamo riusciti, ce l’abbiamo fatta, anche stavolta.” Stavolta che a differenza del sisma, pur disastroso e che resta, c’è stata ancora la ferma volontà di rialzarsi. Nonostante la pandemia fosse globale, quello che ha comportato e che ancora comporta. Ma qui, nella bassa modenese dove ha sede uno dei distretti biomedicali più importanti al mondo non ci si è mai fermati. Si è continuato a produrre anche durante il lockdown per far fronte all’emergenza, pure assumendo personale. Per sottolineare quanto è importante quello che si realizza in questo territorio, dal punto di vista della salute di tutti. 

Un passo in avanti non solo importante, quanto di esempio e che ha trovato forma anche in una manifestazione fieristica appositamente pensata e dedicata. Tra le prime, se non addirittura la prima in presenza a livello nazionale: ShowMed 2020, dedicata a quelle aziende fornitrici di servizi al settore biomedicale e non solo.

Un evento per così dire “tascabile” se si guarda alle dimensioni in sé: 22 realtà imprenditoriali presenti di cui la metà del territorio, location in una palestra – ma sicuramente idonea ad ospitarla anche per le disposizioni anti-Covid – un numero di presenze congruo alle aspettative, con alcuni dei quali alcuni venuti appositamente dall’estero. Soprattutto la manifestazione giusta al momento giusto che ha trovato la soddisfazione di organizzatori e visitatori. 

Si sa che comunque per intraprendere occorre essere un passo avanti, altra caratteristica della bassa modenese ed in particolare dell’indotto biomedicale. Insita, negli organizzatori di questa kermesse già l’anno passato, quando si era abbozzato il progetto di un evento di tipo fieristico in grado di mettere in rete le aziende che forniscono servizi, prodotti e tecnologie alle imprese – multinazionali comprese – del medicale e del biomedicale. I contatti non mancavano, tanto tra i potenziali espositori che visitatori. Contatti, frutto dell’intensa attività svolta nel corso degli anni dall’Ing. Paolo Poggioli e del centinaio di Happy Hour tecnici da lui organizzati.

Quindi si è trattato di coinvolgere il Comune di Medolla – paese in cui si è tenuta la fiera, in una palestra, per la precisione – che ha fatto la sua parte senza tirarsi indietro. Infine è arrivato l’adattamento, dovuto al Covid ed alle misure di contenimento ad esso riferite che ha fatto rivedere tutte le procedure di accesso e sanificazione finalizzate allo svolgimento. Già perché in principio, se in un primo momento era stata abbozzata sul finir del 2019 per programmarla nel 2020, il modo con tutti gli accorgimenti del caso, per raggiungere il traguardo della realizzazione, è così creare un’opportunità per le imprese, l’indotto e il territorio, è stato raggiunto. Traguardo che vale doppio, considerati espositori e visitatori.

“Eravamo convinti che ci fosse l’esigenza da parte delle aziende di ritrovare nuovi stimoli ed idee innovative per ripartire – dicono gli organizzatori – Abbiamo provato a concentrarli tutti qui, concretizzando la voglia di riprendere ed il bisogno di contatto degli imprenditori. Pur con tutte le precauzioni del caso. Essere sul campo, ora in questo preciso momento storico di sicuro offre qualche margine di vantaggio in più, rispetto a chi arriverà tra un paio di mesi. E non possiamo che migliorare ulteriormente”, sottinteso che già si guarda all’anno prossimo.

Giulio Po


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