Ultimo aggiornamento:  5 Luglio 2022 12:07

Ombre cupe, ma si va avanti

Poche le realtà modenesi presenti, ma determinate ad innovare per aprirsi una strada verso il futuro. Nonostante covid, crisi internazionale e carenza di materie prime.

Si sentono con le mani legate a causa delle incertezze indotte prima dalla pandemia ed ora dalla situazione internazionale. Non per questo però rinunciano o si tirano indietro. Anzi, hanno voglia di fare, di provarci, di non arrendersi e la dimostrazione sta nel fatto che la fiera rappresenta ancora un momento per incontrarsi capire, conoscere e promuovere l’innovazione. Lo spirito dei modenesi presenti – 13 quelle provenienti dal nostro territorio, sulle 549 totali, mai un numero così esiguo… – all’ultima edizione di Fieragricola, è quello di non arrendersi e di andare avanti.

Ultima grande manifestazione fieristica prima del lockdown del 2020, la kermesse internazionale veronese, giunta alla sua 115ª edizione, è tornata in presenza dopo due anni di stop, nel suo stile, si classico, ma adattato ai cambiamenti intercorsi. Con 549 le realtà imprenditoriali provenienti da 11 paesi, si è rivolta al suo pubblico con l’obiettivo di intercettare le esigenze e le prospettive del settore agricolo. Grazie, ad un approccio trasversale, ma specializzato, proteso in particolare ad individuare le soluzioni più efficienti per incrementare le produzioni e la qualità alimentare contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici salvaguardando così la biodiversità e il paesaggio. Per niente sotto tono il numero dei visitatori, considerato ancora il periodo di restrizioni, come pure quello dei buyer ed operatori di settore arrivati per l’occasione da 29 Paesi – Stati Uniti, Brasile, Spagna, Ghana, giusto per citarne qualcuno, fino al Guatemala.

Forte l’interesse, anche se a prevalere è stata la ferma cautela. Il più 6,6 per cento del PIL generale dello scorso anno, il rimbalzo di crescita che ha caratterizzato anche questo mercato, è apparso nelle riflessioni raccolte, sbiadito, lontano. Quello che ha iniziato a manifestarsi – e sono loro a dirlo – dall’inizio del 2022, tra covid, crisi internazionale – “Le vicende belliche ucraine si fanno sentire, ma a preoccupare sono le conseguenze che iniziano a pesare e che peseranno anche e soprattutto dopo, per un mondo già diverso adesso ed un mercato in parte da re-inventare”, dicono – ed inflazione galoppante, segna decisamente il passo delle preoccupazioni che montano stando all’opinione degli imprenditori modenesi presenti.

E se il segno più ha prevalso ancora nel 2021, nonostante il perdurare delle criticità indotte dal covid, con un assestamento e i primi segni di flessione, specie nell’ultima parte dell’anno, nessuno ha voluto sbilanciarsi su quello in corso. Chi ha tenuto è perché ha fatto magazzino già in tempi non sospetti e di conseguenza ha potuto lavorare, ottemperando agli ordini, magari in qualche caso dilungandosi un pizzico coi tempi di consegna ma riuscendoci. “Ora invece è già più difficile”  premettono, per la difficoltà nella reperibilità delle materie prime, per l’incremento del costo dei trasporti e la difficoltà di trovarli, per i tempi che si allungano e che rischiano di essere inquantificabili. Si aggiunga a questo una carenza di manodopera qualificata ormai endemica. Ma ci provano, non demordano e vanno avanti contro tutti e tutto, pensando, progettando ed innovando, provando ad essere ancora una volta fautori del cambiamento atteso, ed è questo ciò che conta.

Giulio Po

 


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