EIMA al top
Domanda e fatturato col segno più per le aziende modenesi. Fiera “d’altri tempi” per numero di visitatori. Permangono le criticità legate a costi energetici e materie prime; si guarda al futuro tra ottimismo e un po’ di apprensione.
Soddisfazione, e tanta. Eima, a rassegna mondiale della meccanica agricola ha fatto il pieno di visitatori nell’ultima edizione la 45esima, con lo straordinario numero di 327.100 visitatori, che migliora il record del 2018 (317.000) e si consacra come evento “top” nel panorama internazionale. Numeri che significano il pieno di nuovi contatti – e contratti – per le aziende che vi hanno partecipato, il consolidamento dei rapporti esistenti, prospettive più rosee per l’anno entrante, pur non senza qualche apprensione per la seconda parte del 2023.
A sottolinearlo gli espositori modenesi, presenti al salone delle macchine agricole di Bologna – oltre 50 per questa edizione – che ricalca di fatto le kermesse pre-covid. Italiani tanti, ma soprattutto tanti gli stranieri, provenienti dagli Stati Uniti, dall’Europa (Spagna, Germania, Francia, paesi dell’Est…) e poi ancora delegazioni numerose da Cina, Giappone, India e Sud Est Asiatico oltre che dai paesi africani.
Macchine e meccanica italiana fortemente attenzionati, al punto da fare la fila davanti agli stand degli espositori, anche e soprattutto modenesi, per quel valore aggiunto che continua ad avere questo genere di tecnologia dalle nostre parti. Ma soprattutto tra gli ambiti e spazi di maggiore interesse sono risultati quelli incentrati sull’irrigazione. Bizzarrie del clima e siccità – non solo in Italia – sono all’ordine del giorno un po’ in tutto il mondo: razionalizzare l’acqua ed ottimizzarne i flussi ai fini agricoli diventa sempre più determinante. Cresce pertanto la richiesta di sistemi di irrigazione – rotoloni e pivot in particolare – con gli Stati in giro per il mondo sempre più sensibili verso la sostenibilità evitando gli sprechi.
Alla soddisfazione di una “Fiera come una volta” come ha sottolineato più d’uno, si accompagnano due anni a detta di molti, di forte crescita sia produttiva che di domanda e quindi di fatturato. Un aspetto positivo, che fa pensare a chiusure e pandemia come ad un lontano ricordo (anche se non è così…) e che mostra come non ci si sia mai fermati nonostante tutto.
Ma che si scontra però – e questo è fin troppo reale per ora – con una realtà fatta di incrementi particolarmente considerevoli dei costi riguardo a materie prime e loro reperimento, energia – questi suppliti in molti casi fin dove si è potuto con gli impianti fotovoltaici installati anzitempo – del lavoro, trasporti, dei costi della moneta americana per gli scambi internazionali, definita parecchio elevato.
Ciò nonostante e col procinto di chiudere un anno col segno “più”, unitamente all’auspicio di un assestamento dei mercati e delle forniture, si guarda con un pizzico di rinnovato ottimismo al futuro: almeno fino ai primi sei mesi del 2023, così dicono i modenesi presenti a Eima, dati i numerosi ordini in portafoglio e l’incremento dei clienti.
Giulio Po
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