Ultimo aggiornamento:  14 Marzo 2024 9:49

SEMPRE SOPRA I 2 MLD

Riescono in un trend discretamente positivo a chiudere un 2023 ancora favorevole i costruttori di macchine per ceramica, di  macchine automatiche per il Packaging e di macchine e stampi per materie plastiche e gomma, riuniti presso la sede di Villa Marchetti a Baggiovara a fare il punto della situazione.

Paolo Lamberti, presidente ACIMAC, riconosce che il contributo delle agevolazioni del Piano Industria 4.0 e successivi aggiornamenti, è stato fondamentale per la crescita del mercato italiano delle attrezzature e impianti destinati al settore ceramico, consolidando così un totale di vendite nel mondo ben oltre i 2 miliardi, esattamente 2,31, con un calo secondo le previsioni dell’ 1,7% . Infatti ancora nel 2023 salgono del 4,6% le vendite nella penisola, mentre l’export ha un leggero cedimento del 4,1%. I singoli paesi hanno andamenti ben differenziati. La Germania è ferma, la Turchia soffre una inflazione galoppante e tassi di finanziamento esplosi, bene invece l’Egitto.  Ciò che preoccupa è che nella seconda parte dell’anno il trend del fatturato ha un vistoso rallentamento, mentre, come sempre, i produttori esteri non stanno a guardare. Le aziende cinesi sono rappresentati da corazzate a partecipazione statale, che si muovono in fronte unito con la politica espansionistica del governo di Pechino. Emblematica la situazione in Africa, dove la presenza del gigante asiatico si allarga inesorabilmente. “Restare ampiamente sopra quota 2 miliardi per il terzo anno consecutivo è motivo di soddisfazione – prosegue il Presidente di Acimac -, ma stiamo già pensando al 2024, visto che i segnali non sembrano dei migliori tra i tassi d’interesse, il perdurare del conflitto in Ucraina e i grossi investimenti fatti negli ultimi anni dai nostri clienti in giro per il mondo che hanno saturato alcuni mercati. Le nostre previsioni stimano per il prossimo anno che la produzione ceramica cali nel mondo del -5,6% e in generale resti modesta fino al 2027, con una crescita media annua del +0,6%. Di riflesso il 2024 sarà per il nostro settore un vero banco di prova, ci attendiamo certamente una riduzione del giro d’affari. L’intero settore della ceramica, superata l’emergenza del rincaro energetico, sta affrontando una congiuntura complicata, come altre viste in passato. Rispetto agli shock della pandemia e dello shortage però, questa fase sembra di carattere più ciclico, quindi ne usciremo anche stavolta. Anche perché la vera svolta – spiega il Presidente – che si sta verificando nel settore delle tecnologie ceramiche è caratterizzata da un’innovazione sempre più marcata. Gli ultimi tre anni nel comprensorio ceramico tecnologico di Sassuolo hanno visto il concretizzarsi d’invenzioni all’avanguardia, tracciando di fatto una nuova strada che inevitabilmente porterà il settore ceramico italiano a un livello ancora superiore. Un’innovazione costante – conclude Lamberti – che ci distingue dalle altre tecnologie ceramiche prodotte nel resto del mondo e che non sarebbe possibile senza questa convergenza di eccellenze in pochi chilometri quadrati”.

Su un altro comparto, da notare che il settore italiano delle tecnologie per il packaging supera per la prima volta quota 9 miliardi: nel 2023, secondo i dati preconsuntivi di MECS-Centro Studi di Ucima (Unione Costruttori Italiani Macchine Automatiche per il confezionamento e l’imballaggio), il fatturato complessivo del settore si attesta a 9 miliardi e 50 milioni di euro, in aumento del 6% rispetto al 2022. Sarebbe il terzo record consecutivo dopo quelli del 2021 e del 2022. 

Nel dettaglio, il mercato dei costruttori italiani di macchine per il packaging è trascinato in questa cavalcata dall’export, che vale l’81,3% del fatturato e che chiuderà l’anno con 7,36 miliardi di giro d’affari. La crescita sui mercati esteri è pari al +12% rispetto al 2022. Trend positivi si sono registrati un po’ dappertutto: considerando gli ultimi dati disponibili (ovvero quelli del periodo gennaio-agosto), il Nord America è cresciuto del 25% rispetto allo stesso periodo dell’anno prima, l’Unione Europea del 17%, l’Asia del 22% e il Sudamerica del 31%. In calo il mercato domestico, che si ferma a 1,68 miliardi, -14% rispetto al 2022. Si guarda con fiducia anche al 2024, con 8,2 mesi di produzione garantita (altro record). “Nel 2023 ci siamo lasciati definitivamente alle spalle i problemi dei ritardi nella componentistica – dichiara il Presidente di Ucima Riccardo Cavanna – e i fatturati delle nostre aziende hanno quindi potuto dedicarsi esclusivamente a prendere gli ordini e a consegnarli, conquistando questo nuovo risultato record. Tuttavia, gli ordini, specialmente in questi ultimi mesi, hanno registrato un calo rispetto al 2022, che prefigura probabilmente un assestamento nel corso del 2024. Sul fronte domestico pesa quel -14%: il mercato italiano ha sofferto la crisi inflattiva e la mancanza di certezza sul tema Industry 4.0. Il settore di sbocco ed il nostro settore hanno bisogno di certezze, e di un nuovo piano che sostenga sia la domanda che l’offerta. In questo senso, i 6,3 miliardi del RePowerEU destinati al piano di Industry 5.0 sono un’ottima notizia, ma vogliamo capire bene come verranno stanziati i fondi e con che regole. Ad oggi, sugli incentivi di beni strumentali che facilitino la transizione ecologica non c’è nulla e dal Governo attendiamo risposte in questo senso”.

Nel complesso supera quota 16 miliardi il fatturato complessivo generato dalle aziende dei 3 settori : macchine e attrezzature per la ceramica, la plastica e gomma e l’imballaggio. Nel dettaglio, il giro d’affari dei tre settori rappresentati da Acimac, Amaplast (Associazione Nazionale Costruttori di Macchine e Stampi per Materie Plastiche e Gomma) e Ucima  ammonta per il 2023 – secondo l’analisi dei dati preconsuntivi aggregati elaborati dal Centro Studi Mecs – a 16 miliardi e 182 milioni di euro. La variazione rispetto al 2022 è del +4%. 

Il cumulato conferma quindi il trend di crescita degli ultimi anni, trainato per tutti e tre i settori dall’export: 12,39 i miliardi derivanti dal giro d’affari internazionale, in crescita rispetto al 2022 del +7,6%. In flessione il mercato domestico, che cala del -6,3%: il fatturato totale delle vendite ai clienti italiani si attesta a 3,78 miliardi di euro.

Tuttavia, il secondo semestre mostra dei segnali generali di rallentamento, dovuti alle avvisaglie di un 2024 che si annuncia complicato sotto il profilo economico. Il calo degli ordini medio del -5% (con differenze anche sostanziali tra i tre settori) maturato nel periodo gennaio-settembre prefigura un’analoga proiezione di riduzione del fatturato cumulato nel 2024. Giorgio Pagliani