Ultimo aggiornamento:  17 Gennaio 2022 5:45

Crescita con riserva

Le tre associazioni rilevano una ripresa dei mercati ma ciò che le preocuppano sono l’aumento dei costi di produzione e di energia.

Anno di netta ripartenza per il comparto delle macchine e attrezzature per la ceramica, la plastica e gomma e l’imballaggio il 2021. Nella sede di Villa Marchetti di Baggiovara tutte e tre le associazioni nazionali – Acimac per le macchine per ceramica, Ucima per le macchine per il Packaging e Amaplast per le macchine e stampi per plastica e gomma – si ritrovano per certificare che il terribile 2020 è decisamente alle spalle, ordini e fatturato segnano crescite notevoli, ma la preoccupazione  sulla crescita dei costi – materie prime ed energia in primis – frena gli entusiasmi.

Cominciamo l’analisi della situazione dalle macchine per ceramica, dove si assiste ad un boom delle vendite con un più 45% sull’anno precedente per un valore di 2.145 milioni. Il vecchio muro dei 2 miliardi di fatturato è abbattuto e di questo risultato molto si deve riconoscere alle misure governative del Piano Transizione 4.0, che hanno portato ad una crescita del 58% del mercato italiano, mentre l’export mantiene saldamente la leadesrship con un aumento del 40% sul 2020. Ci sarebbe da festeggiare a champagne, ma il presidente Paolo Mongardi e presidente di Sacmi Imola tiene a precisare “I nostri auspici, di cui avevamo colto i segnali già un anno fa, si sono concretizzati per questo 2021. Un risultato davvero eccezionale, ma difficilmente replicabile nel 2022, date le differenti basi di partenza. Nonostante i sei mesi di produzione assicurata dagli ordini già acquisiti, crediamo fisiologico un rallentamento della crescita del settore. Desta forte preoccupazione anche l’innalzamento del 30% dei costi di produzione, ormai non più assorbibile dalle aziende. Come Associazione – conclude Mongardi – stiamo lavorando per ottenere interventi urgenti di sistema a supporto delle imprese, affinché la ripresa produttiva ed economica che stiamo vivendo sia piena, senza ulteriori difficoltà”.

Venendo al mondo del Packaging, il settore torna a superare gli 8 miliardi di fatturato, toccando per la precisone gli 8.435 milioni di euro. In valore si sopravvanza già il risultato del 2019 grazie alla spinta del mercato domestico, che ha beneficiato della tenuta del comparto alimentare  e della crescita del medicale in piena pandemia. L’Italia fa un più 18%, arrivando ad un fatturato di 2.035 milioni, ma l’ export, pur crescendo soltanto del 5%, tocca i 6.400 milioni. Si deve però constatare il balzo dei costi di produzione del 30%, il rincaro delle materie prime, i ritardi di consegna della componentistica con decisi aumenti, gli aumenti di costo dei trasporti e la crescita impressionante dei costi energetici. “Ucima sta monitorando l’aumento dei prezzi delle principali commodities – dichiara Matteo Gentili, Presidente di Ucima -. Queste tensioni di mercato devono essere riconosciute e gestite per non mettere a repentaglio lo slancio produttivo del settore e del Paese soprattutto in questa delicata fase di ripresa. Il portafoglio ordini già acquisito per il 2022, superiore rispetto alla media storica, ci rende infatti molto fiduciosi sull’andamento dei prossimi dodici mesi e non vorremmo essere costretti a rallentare produzione e consegna dei nostri macchinari per mancanza di alcune componenti che valgono qualche centinaio di euro”.

Resta da valutare l’andamento delle imprese rappresentate da Amaplast vale a dire i costruttori di macchine per materie plastiche e gomma “Secondo le nostre stime – dichiara il Presidente Dario Previero a fine 2021 la produzione dovrebbe riportarsi  a un soffio dal livello pre-pandemico ovvero a 4,35 miliardi di euro, con un significativo +11,5% rispetto al 2020”.

A trainare il recupero del Made in Italy di settore è in primo luogo il mercato interno, che dovrebbe chiudere l’anno con una progressione di quasi quindici punti, fino a un valore di 1,35 miliardi. In base alla più recente indagine congiunturale, riferita ai primi nove mesi dell’anno in corso, l’incremento delle commesse dei clienti italiani riguarda soprattutto i macchinari e gli impianti completi.

Anche per Amaplast l’export fa la parte del leone con circa 3 miliardi di valore di vendite rispetto all’1,250 miliardi del mercato interno. Forte crescita della domanda in particolare dalla Polonia – più 17% – e dalla Cina con ben l’83% .

Naturalmente, ricorda Previero, “i diversi fattori di instabilità che si sono manifestati e anche aggravati nel corso dell’ultimo anno – dal prezzo delle materie prime al difficile reperimento della componentistica, dall’incremento della bolletta energetica e dei costi dei trasporti fino alle restrizioni alla mobilità delle persone – risultano ancora irrisolti e continuano a preoccupare le aziende”.

Il deciso recupero messo a segno nel corso del 2021 – che peraltro aveva preso slancio già nell’ultima parte del 2020 – consente però di ipotizzare il superamento dei livelli pre-crisi entro il prossimo anno.

Questo – sottolinea Previero – a conferma della forte capacità di reazione e innovazione delle aziende del settore, che deriva tipicamente dalla loro flessibilità. A fronte delle sfide poste dal contesto e dai mercati, le imprese hanno ancora una volta saputo sviluppare soluzioni su misura in termini di contenuti tecnologici, sostenibilità ed efficienza”.

Quindi i tre comparti dimostrano con i dati dell’ anno appena trascorso un posizionamento strategico grazie alla leadership tecnologica a livello di mercato globale, al costante investimento in ricerca e sviluppo e al know-how di una filiera concentrata in Val Padana tra Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto, ma il rincaro dei costi di produzione ed energetici rappresenta una grossa incognita per la ripresa generale del sistema Italia.

Giorgio Pagliani