Ultimo aggiornamento:  17 Ottobre 2016 9:13

Export: Russia tra sanzioni e spiragli

giovanni-gorzanelli

GIOVANNI GORZANELLI, Presidente dell’ Apmi Comfimi Emilia Romagna

“Il proseguo delle sanzioni ai danni della Russia, rivotate dall’UE recentemente, rappresentano un danno economico incalcolabile per le imprese italiane, comprese quelle modenesi. Un genere di situazione, estremamente negativa, documentata con cali di fatturato a doppia cifra e ripetutamente denunciata a più riprese. Non è certo una novità che il conto più salato è andato al settore agroalimentare modenese, come pure quello meccanico (incluso quello strumentale alimentare). E non bene se la passa anche l’ambito degli alcolici, pensiamo i nostri vini che, nonostante l’assenza di restrizioni non pesi, a segnare il passo è la svalutazione del Rublo, causa la quale l’export ha subito un duro contraccolpo. Sono un paio d’anni ormai che denunciamo questo stato delle cose: abbiamo incontrato il console onorario russo, siamo andati in televisione più volte per far capire le nostre ragioni di imprenditori. Ma è la politica ad essere sorda a fronte di scelte che al momento hanno significato cali per le PMI modenesi, presenti fino a qualche anno sul mercato russo del -20% nel 2015 e quest’anno di un ulteriore -15% (si tratta al momento di dati parziali, col timore però che possano peggiorare). Numeri tragici a cui vanno ad aggiungersi altri, come ad esempio i flussi turistici, in decisa picchiata il numero di presenze, ridotte all’osso, rispetto a solo un paio d’ani fa. E mi permetto di aggiungere: tutto quello che oggi i russi non importano più da Italia e paesi europei in generale lo realizzano attraverso produzioni locali interne. Se un domani il mercato si dovesse riaprire, se il regime sanzionatorio dovesse essere abbattuto, le possibilità non saranno quelle di prima. Tutto dovrà essere ricostruito. Oggi – e conclude – non è sicuramente facile fare un quadro di cosa e quanto soprattutto è stato perso con le restrizioni economiche volute da USA e UE a cui si è accodata l’Italia. Ci sono state piccole realtà tra cui anche quelle modenesi che hanno cercato di resistere, trovandosi costrette a ridimensionare i propri organici, altre che non ce l’hanno fatta dismettendo l’attività. Questo ha significato la negazione di un mercato europeo con crescita a doppia cifra. Soluzioni sarebbe suficiente tornare sui propri passi e velocemente. Visto che per l’Emilia Romagna la perdita al momento ammonta a circa 400 milioni di euro, e diverse decine di milioni per la sola provincia di Modena”.


Pagine: 1 2 3 4 5 6