Ultimo aggiornamento:  14 Agosto 2023 11:07

Guardare oltre

All’assemblea generale di Confindustria Emilia, grazie alla ricerca di Porsche Consulting si guarda ai “megatrend” globali del futuro.

Si è svolta l’Assemblea Generale delle imprese associate a Confindustria Emilia, a Palazzo Albergati di Zola Predosa, in provincia di Bologna. È stata deliberata in quella sede la proroga biennale, prevista a norma di statuto a seguito dell’emergenza pandemica, del mandato del Presidente Valter Caiumi, carpigiano, e dell’intera squadra di Presidenza composta anche dai Vicepresidenti Sonia Bonfiglioli e Gian Luigi Zaina.

Il mandato di presidenza si prolunga dunque per il prossimo biennio fino al 31 maggio 2025.

Caiumi con l’abituale sobrietà ha affermato: “Con l’assemblea di oggi termina il mio quadriennio di presidenza, un periodo intenso di grandi soddisfazioni, ma anche grandi sacrifici soprattutto personali, con la volontà di non venir meno agli impegni presi con gli imprenditori e al tempo stesso con il mio Gruppo, in un quadriennio dove la pandemia è stata solo uno dei nodi da affrontare e sfidare. Sarà un onore ma anche un grande impegno continuare a lavorare insieme, per i prossimi due anni che dedicheremo a consolidare le iniziative e far crescere ancora di più la nostra comunità di imprese. Consolidare non per rallentare, ma per gettare basi ancora più solide per la nostra Emilia”.

L’Assemblea è stata anche l’occasione per seguire la presentazione dell’A.D. di Porsche Consulting Joseph Nierling. Partendo dall’analisi e dall’incrocio tra 7 megatrend globali (ovvero quei fenomeni di scenario che più condizioneranno il mondo da qui al 2030) e 14 trend industriali che guideranno il business, l’analisi svolta da Porsche Consulting per Confindustria Emilia Area Centro mira a “scaricare a terra” queste previsioni, direttamente sulle filiere del territorio, per identificare quali opportunità di crescita ci possano essere per le imprese che investiranno nella direzione tracciata.

Quali sono i megatrends di partenza evidenziati? Si tratta di forze strategiche che si manifestano su larga scala e che impatteranno il futuro del mondo – dal surriscaldamento della Terra alla crescita della popolazione mondiale, dal consumo energetico alla crescita dell’economia europea, dalla crescente connessione al ruolo delle influenze relazionali.

I trend industriali che ne conseguono rappresentano invece le direzioni strategiche che guideranno il business nei prossimi anni e possono essere raggruppati in 4 categorie: Mondo Connesso & Digitale (in cui rientrano la digitalizzazione, la new mobility, la sicurezza), Nuovo Ordine Mondiale (in cui ci sono forze come la crescente urbanizzazione e l’individualizzazione), Economia Sostenibile, Persone (in cui spiccano l’invecchiamento della popolazione e i nuovi modi di lavorare).

Mappando i trend industriali sui distretti produttori, emerge come ci siano importanti opportunità di crescita e sviluppo del business, secondo alcune direttrici. In particolare, sono 9 i distretti industriali che potrebbero maggiormente beneficiare dello scenario macroeconomico che verrà a definirsi – sulla base dei mega trend globali – nei prossimi anni: agroalimentare, automotive, digital, elettronica e meccatronica, energia, macchine, mobilità e logistica, packaging, veicoli industriali.

Ma il valore garantito dall’indagine condotta da Porsche Consulting per Confindustria Emilia Area Centro risiede nella sua capacità di consigliare dove indirizzare gli investimenti, per le aziende non solo emiliane, ma di tutto il territorio nazionale.

Per fare alcuni esempi, per quel che riguarda il distretto automotive, il settore dei veicoli ad alimentazione elettrica (BEV – centrale anche per l’agroalimentare) è quello che presenta le maggiori opportunità da cogliere. Per il distretto dei macchinari industriali, invece, saranno centrali il cluster del packaging sostenibile e quello della produzione di energia sostenibile. E, fra le principali opportunità da cogliere per chi opera nel settore del digitale – in comune con chi lavora nell’energy -, in cima alla lista delle priorità c’è il cluster dei sistemi di accumulo di energia (Energy Storage System.

Josef Nierling, Amministratore Delegato di Porsche Consulting aggiunge: “Scenari geopolitici, macro trend e disponibilità di capitali pubblici derivanti dai grandi piani europei hanno creato una finestra temporale unica per rafforzare la competitività dell’industria italiana: abbiamo messo le basi per creare un piano strategico territoriale che metta in relazione queste opportunità con le competenze e risorse uniche locali”.

Il presidente Caiumi, commentando l’analisi di Porsche Consulting, ha commentato

“Tutti i settori industriali oggi stanno cercando di affrontare questo tema e tutte le filiere sono chiamate in causa. La filiera della mobilità e dei trasporti, da diversi anni, sta facendo da pilota a questo nuovo modello di vita e di lavoro più sostenibile e più responsabile. In particolare, le imprese della filiera automotive dovranno cogliere altre vie di produzione diversificandosi; la nostra analisi e il lavoro fatto nel 2019 andavano in questa direzione. Di pari passo avremo un’ulteriore crescita verso la mobilità virtuale, che potenzialmente sostituisce la mobilità fisica delle persone. Questo comporterà per le nostre filiere un cambiamento sostanziale – per altro, in molti campi, già in atto – di tutto quello che riguarda la logistica. La tecnologia sta sviluppando non solo auto autonome che ci trasporteranno, ma anche oggetti per spostare in maniera completamente automatica le cose. È probabilmente qui che dobbiamo focalizzare la nostra attenzione, per le filiere non solo dell’auto e della mobilità, perché la logistica tocca tutti i perimetri della manifattura”.

Poi il Presidente si è compiaciuto dei progressi fatti nella comunicazione associativa “Abbiamo innovato il modello associativo nella sua dimensione comunicativa, che trova una creazione e implementazione costante della piattaforma digitale, depositaria di tutto ciò che rappresentiamo e offriamo. Oggi abbiamo uno strumento che non ha eguali nel panorama confindustriale. Abbiamo dato voce anche alle piccole imprese, dando loro la possibilità di raccontarsi. Nel solo 2022 le news di vita industriale, prodotte e diffuse in tutte le lingue del portale, sono state oltre 700.

Alcuni concreti esempi sono il nostro canale Spotify con la serie di podcast FARE INSIEME che fa da cassa di risonanza per lo story-telling ad oggi di circa 130 imprese, con l’obiettivo raccontare la distintività del fare impresa in Emilia e delle persone nelle nostre organizzazioni; e il ciclo di webinar Digital in Action, per approfondire la conoscenza dei tanti strumenti e tecnologie collegate ai più recenti sviluppi dei media, fino alle possibili declinazioni applicative di metaverso e blockchain”.

Quindi Caiumi è ritornato su uno dei suoi temi preferiti: le varie forme di aggregazione tra imprese.

“Quattro anni fa nella mia relazione di insediamento parlavo di Intelligenza di Comunità. Siamo tutti oggi più consapevoli dei perimetri della nostra comunità di imprese, delle sue potenzialità e della sua concretezza. Mi piace ricordare un dato su tutti: quasi 40 milioni di euro, in un solo anno, rilasciati direttamente dalle imprese associate a supporto di iniziative di territorio, di comunità. Dalla cultura, allo sport, alla salute. Proiettiamolo come dato medio, nei prossimi dieci anni. Non ci sarebbe bisogno di aggiungere altro per far capire a tutti gli interlocutori la potenzialità del motore impresa nella comunità. Un propulsore indispensabile per una società libera, e aperta. L’unione delle imprese, nel perseguimento delle politiche in linea con gli ESG, assume quanto mai un valore aggiunto strategico e competitivo rispetto ad altri territori. Nella competitiva economia globale di oggi, la dimensione dell’impresa può fare la differenza tra il successo e la sconfitta. Le imprese troppo piccole possono faticare a competere con le grandi aziende a causa della mancanza di risorse e scale, mentre le imprese troppo grandi possono lottare contro la burocrazia e la mancanza di flessibilità. Dobbiamo continuare a trovare la forza di unirci lungo le filiere o perderemo vantaggio competitivo”.

Al prossimo FARETE a Bologna Confindustria Emilia si ritroverà il 6 settembre per l’Assemblea Generale.

GP