Ultimo aggiornamento:  5 Agosto 2020 9:59

Tutelare la tenuta delle imprese

Il presidente del settore ceramico fa il quadro del 2019 e indica le richieste al Governo.

Rinnovo del mandato  di Presidente di Confindustria ceramica all’ unanimità dei voti validi per Giovanni Savorani. Il primo Presidente romagnolo dell’Associazione resta al timone della corazzata sassolese anche per il biennio 2020 – 2021. L’Assemblea a giugno ha anche eletto i cinque vicepresidenti: Augusto Ciarrocchi, Luigi Di Carlantonio, Franco  Manfredini, Filippo Manuzzi ed Emilio Mussini, coprendo in tal modo anche le varie istanze territoriali.

L’ amabilità e la grande capacità di tessere relazioni del Presidente Savorani  in questo drammatico 2020 vanno ad impattare una situazione  di estrema  incertezza, in cui imperversa tuttora a livello mondiale la pandemia.

In Italia l’industria ceramica perde oltre 350 milioni di fatturato per l’emergenza Covid con un conseguente ampio ricorso agli ammortizzatori sociali. Il 2019 si era chiuso per il comparto piastrelle con l’export a 4,5 miliardi di euro e gli investimenti, ancora piuttosto tonici,  a 373 milioni, rispettivamente  l’84% e il 7% del fatturato.

La fotografia del 2019 vedeva 135 aziende presenti sul suolo italiano, dove sono occupati 19.318 addetti, che nel corso del 2019 hanno prodotto 400,7 milioni di metri quadrati, con un calo del 3,5%, con vendite per 406,9 milioni di metri quadrati, praticamente in pari sul 2018. In Italia il mercato dava qualche cenno di recupero, fermandosi a 83,5 milioni di metri quadrati (+1,3%). Il fatturato totale delle aziende ceramiche italiane toccava i 5,34 miliardi di euro, appena uno 0,7% sotto la parità, derivante per 4,5 miliardi dalle esportazioni (-0,8%) – quota dell’84% sul fatturato – e da 832 milioni di euro sul mercato domestico.

Erano sempre 16 le società di diritto estero, controllate da 9 gruppi ceramici italiani, che nel 2019 hanno occupato 3.133 addetti in fabbriche estere che hanno prodotto 82 milioni di metri quadrati di piastrelle. Le vendite totali hanno generato un fatturato di 843 milioni di euro (-1,8%), frutto di vendite per 464,7 milioni di euro (-3,8%; quota del 55%) da attività in Europa e per il resto, 378,4 milioni di euro, da vendite in Nord America (+0,7%). L’80% del fatturato totale si concentrava sulle vendite nel medesimo mercato sede delle fabbriche.

Ma la notizia che non avremmo voluto leggere è che quest’anno il Cersaie non avrà luogo. Dopo una lunga fase di attesa in cui il netto calo della pandemia nell’Unione Europea  aveva lasciato ben sperare, la mazzata è arrivata verso fine giugno. Il comunicato stampa di Confindustria Ceramica non nascondeva il senso dell’ aver perso la scommessa con un tentativo di rilanciare le date a novembre e spiegava così la decisione sofferta  “ Cersaie ha nella proiezione internazionale un suo primario punto di forza. Un terzo degli espositori – provenienti da 40 Paesi – sono esteri; oltre il 47% delle presenze nel 2019 – circa 50.000 visite – sono state internazionali. Nonostante che in questi ultimi due mesi, trascorsi dalla scadenza originaria definita dal programma per il 2020, si stia assistendo ad una progressiva riapertura delle attività in molti Paesi, da parte di tanti espositori e visitatori professionali si sono ricevute indicazioni che la situazione mondiale non consente ancora i livelli di investimento e programmazione richiesti. L’attenzione e il rispetto per la clientela mondiale, vero patrimonio della fiera, ha portato quindi alla decisione di saltare l’edizione 2020”.

Quindi l’appuntamento passa a fine settembre 2021, mentre a Sassuolo si ritroveranno i giornalisti internazionali per un Caffè della Stampa nelle date originariamente previste per la grande fiera nei padiglioni bolognesi e quindi il 28 settembre, mentre a novembre ci sarà a Bologna un convegno internazionale sulla salubrità della ceramica nella progettazione degli spazi.

Per il resto Savorani sollecita il Governo a rendere operative le misure  per il rilancio dell’economia nazionale “Gli interventi già previsti dal Governo come il superbonus del 110% per efficienza energetica e sismica vanno nella giusta direzione, ma sono necessari urgenti interventi di semplificazione amministrativa per far ripartire gli investimenti privati e pubblici. Tra questi aspettiamo che vengano avviate al più presto anche opere per le quali sono stati completati tutti gli iter autorizzativi come il collegamento autostradale Campogalliano-Sassuolo”, la mitica bretella, che deve superare ancora zeppe di varia natura.

Infine il richiamo del presidente degli industriali ceramici è sulla competitività delle spese di carattere energetico ed ambientale “In parallelo è fondamentale tutelare la tenuta delle imprese con una efficace applicazione dei provvedimenti per garantire la necessaria liquidità e assicurarne la competitività a livello internazionale. Per questo bisogna intervenire ora sul differenziale dei nostri costi per l’energia rispetto ai principali concorrenti e evitare oneri aggiuntivi per l’applicazione del sistema dell’Emission Trading che sono insostenibili in questa fase, temendo che le quote previste dalle nuove misure non tengano conto degli investimenti ingenti già attuati dalle imprese italiane.

G.P.