Ultimo aggiornamento:  5 Luglio 2022 10:39

Incertezze, ma… nessuna resa

Dalla kermesse ceramica tenutasi ai primi di aprile a Las Vegas si denunciano le difficoltà dovute a crisi e caro energia. Però si fa il possibile per consolidare posizioni.

Di positivo c’è stato il ritorno in presenza e con esso la possibilità di riallacciare i rapporti. Per il resto il giudizio che arriva dall’ultima edizione del Coverings 2022, è che si è trattato di “Una fiera un po’ sottotono”. Non solo per il paragone con le precedenti edizioni, quanto per la situazione complessiva internazionale: tra pandemia – prematuro forse parlare di coda della medesima… – che riduce ancora gli spostamenti, e crisi ucraina.

Il Coverings, è l’appuntamento annuale con la kermesse dedicato alla ceramica che si tiene negli Stati Uniti annualmente. Di base ogni due anni ad Orlando e quello successivo a Chicago, New Orleans e Las Vegas, per dare risposta ai rispettivi mercati di Nord, Centro e Sud America. Quello di quest’anno svoltosi ai primi di aprile ha fatto tappa a Las Vega. I mercati di riferimento oltre a quello degli Srtati Uniti del Sud erano Centro e America Latina. La platea a cui si rivolge il Coverings è molto appetibile alle imprese italiane ed in particolare a quelle nel distretto ceramico modenese che vedono in questo appuntamento annuale, opportunità di crescita, attraverso il lancio di prodotti specifici oltre che ovviamente a nuovi sbocchi di mercato.

Chiaro che, la non facile situazione creatasi negli ultimi due anni abbia comunque influito sulla partecipazione alla kermesse. Ciò nonostante le aziende presenti da tutto il mondo hanno sfiorato le 800 di cui oltre 150 solo provenienti dall’Italia con il distretto sassolese a far la parte del leone. Migliaia poi i visitatori che vi hanno preso parte, nell’ordine di: distributori, architetti, designer, costruttori, ristrutturatori, appaltatori, installatori, fabbricanti e rivenditori.

Tanti, ma per riprendere qualche riflessione dei modenesi presenti, “Un po’ sotto tono”. Due anni di pandemia si sono fatti sentire e come in altri settori hanno gravato anche sul quello ceramico non in modo lieve. C’è anche in questo caso, il peso del reperimento delle materie prime e del trasporto, con tempi e costi che tendono da un lato a dilatarsi e dall’altro ad aumentare. A ciò va aggiunto il caro energia, con ripercussioni che non hanno mancato a farsi sentire dall’inizio dell’anno anche sul comparto ceramico modenese e da ultimo, ma non meno importante, la situazione internazionale dovuta al conflitto russo-ucraino, le cui conseguenze hanno appena iniziato a manifestarsi a livello globale.

In un quadro così articolato le aziende – almeno quelle sentite – innovano, lavorano e cercano di consolidare posizioni sui mercati. Resta forte però la preoccupazione dovuta alle incertezze che caratterizzano al momento ogni tipo di prospettiva.

Giulio Po

 


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