Ultimo aggiornamento:  23 Maggio 2016 8:59

Il lambrusco e la ‘fame’ di crescere ancora

carlo piccinini

CARLO PICCININI, Cantina di Carpi e Sorbara

“Senza voler essere troppo pessimisti, ma realisti, temo stia iniziando una crisi importante per il lambrusco – parte Carlo Piccinini, un altro con ‘qualche Vinitaly’ alle spalle -. Non discuto delle qualità e delle quantità del 2015, anno molto significativo e già definito eccellente. Quanto del fatto che, dopo anni di prezzi sostenuti e favorevoli nei confronti dei conferitori d’uva e dei produttori, ora i costi sono in calo. Inoltre si sono perse fette di mercato importanti: pensiamo al Brasile, la cui crescita economica si è esaurita e alla Russia con la svalutazione del Rublo. Aggiungiamo poi che anche negli USA, pur essendoci un export consolidato ci sono norme frenanti e tra i paesi dell’UE le accise sul vino continuano a pesare non poco, senza contar dei costi elevati di spedizione.” Parole quelle di Carlo che inducono a qualche riflessione, a maggior ragione se si pensa ad una realtà, la cantina sociale di Carpi e Sorbara con un solido 25% di export in primo luogo in Paesi importanti come Messico, USA e Cile, il vino sfuso che oltre all’Italia va in Spagna e nuovi mercati, “Come la Cina – in riferimento alle opportunità segnalate dal capo del Governo – dove siamo presenti, dove la vendita on line è molto sviluppata e anche per il lambrusco potrebbe fare la differenza”.


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