Ultimo aggiornamento:  12 Gennaio 2019 9:42

Pochi, ma eccellenti!

Curiosità ed interesse nei confronti del prodotto modenese, che non sfigura nel tempio dell’alto di gamma. Ma la sorpresa arriva dal mercato italiano: +10% rispetto allo scorso anno

Sventola alta, al pari di quelle più blasonate, anche la bandiera di Modena, sul Merano Wine Festival. 11, i produttori presenti quest’anno tra habitué e new entry, sia per le categorie del vino, della gastronomia e degli spiriti. Tra le conferme Cleto Chiarli e Azienda Agricola Paltrinieri Gianfranco, entrambe “fresche” di Tre Bicchieri; sulle principali guide i primi, e tra le 5 cantine d’Europa, per la rivista americana Wine Entusiast i secondi. Entrano tra i vini biologici e biodinamici poi anche Fattoria il Moretto e Terraquilia. Sugli scudi anche l’Aceto Balsamico tradizionale con il “Platino” assegnato ad Acetaia Giusti e Villa Bisini Gambetti, mentre due in quest’am-bito sono stati gli esordienti. La chica finale è da ricercare tra gli spiriti, con la presenza della Casoni di Finale Emilia storica distilleria modenese, ritornata dopo varie vicissitudini in mani finalesi 8ad un ramo della famiglia originaria).

Potrebbe finire qui il racconto di un festival sorprendente quest’anno per la qualità espressa un numero di visitatori in crescita (+8,5%, 11mila presenze), acculturati e curiosi. Curiosi di conoscere anche quanto ha Modena da offrire in termini di alto di gamma enogastronomico. Con un vino, il lambrusco che a colpi di qualità si sta ritagliando i suoi spazi, e prodotti come l’aceto balsamico tradizionale – con tutto cià che ne deriva in termini di usi – che non ha bisogno di certo di presentazioni. Due “top” – sia concesso il termine – che hanno contribuito alle file di fronte ai banchetti allestiti dei produttori per assaggiare e capire.

Merano però è stato anche il momento per fare il punto sull’andamento del mercato: oggi più che mai soggetto ad oscillazioni tra rivolgimenti internazionali, barriere doganali, falsificazioni di tutti i tipi – ambito questo in cui i prodotti del territorio modenese sono nel mirino ogni 3X2, nonostante egli sforzi fatti a tutela -. E, al di là della via dell’export molto battuta. che vede anche in questi settori partire per l’estero quote che superano ormai anche il 50% della produzione totale, la sorpresa arriva inaspettata quest’anno dal mercato italiano: con incrementi delle vendite in alcuni casi anche del 10% rispetto al precedente. Percentuale che unita al periodo natalizia e a prenotazioni già giunte per il 2019, lasciano intravedere qualche buon auspicio in più.

Filippo Pederzini


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