Ultimo aggiornamento:  22 Dicembre 2017 10:35

Netta ripresa

MONOCIBEC
In questa intervista l’amministratore delegato di Monocibec spazia dal panorama generale di settore allo sviluppo aziendale.

Come bisogna considerare questa edizione del Cersaie?
Partiamo dalla garanzia che il Cersaie è una fiera di livello internazionale, anzi è l’unica al mondo con tali caratteristiche.
Qui sono presenti clienti provenienti da tutto il mondo ed espositori di 40 paesi diversi.
È molto importante che sia in Italia e nella fattispecie a Bologna, vicino al nostro distretto. Ciò accende un faro permanente sul nostro territorio e sulla ceramica italiana: il binomio Fiera- Distretto è vincente.
In 5 giorni facciamo vedere la gamma di prodotti, che siamo capaci di distribuire nel mondo: un ottimo strumento di politica industriale.

Come valuta la situazione internazionale e le prospettive del settore per la ceramica italiana?
Dopo gli anni della crisi, negli ultimi 4/5 anni i mercati hanno cominciato a ripartire con ritmi diversi.
La ceramica si è inserita nelle varie ripartenze – Francia e Germania in primis – avutesi in vari mercati esteri ad un passo veloce. Il mercato italiano è ancora un po’ fermo ai blocchi.
Bisogna garantire competitività alla nostra attività e per questo sono molto favorevoli provvedimenti come Industria 4.0, che aiutano a far recuperare efficienza alle nostre fabbriche.
A livello internazionale è decisivo tutelare gli interessi della manifattura europea.
Il problema delle importazioni cinesi in dumping ha prodotto come reazione una normativa europea efficace sui dazi, che ha abbattuto l’ import da tale paese con riduzioni anche dell’ 80% e consentito il mantenimento dell’occupazione a livello europeo. Ci aspettiamo il rinnovo di tali dazi per altri 5 anni.
Oggi ci sono pressioni per dare il riconoscimento di economia di mercato nel Wto (l’Organizzazione mondiale del Commercio, ndr) alla Cina: qui ci vuole molta coerenza. L’Europa ci chiede di essere portatori di uno sviluppo sostenibile e quindi bisogna essere seri anche verso l’importazione cinese. La Cina non può essere equiparata ad altri paesi del WTO.

E Monocibec come si pone in questo quadro?
Abbiamo un piano triennale di investimenti per trasformare l’impianto di Casiglie a Sassuolo. Noi abbiamo tre stabilimenti: uno produce gres porcellanato in tutte le misure, uno produce rivestimenti in pasta bianca in monoporosa e Casiglie, che andrà a produrre lastre di grande dimensione.
Il fatturato è sui 90 milioni. Stiamo cercando di recuperare
i livelli pre-crisi con la crescita degli ultimi anni.
Abbiamo una grande tradizione in Europa. Recentemente comunque abbiamo aperto una serie di uffici sugli Stati Uniti.
La ceramica sta aprendo una serie di sbocchi in ambiti diversi, ad esempio si va anche verso il mondo dell’ arredo con la lastra.
Le potenzialità sono incredibili, dobbiamo andare a rosi chiare quote di mercato ai nostri concorrenti.
Produciamo quindici linee, che spaziano sui vari materiali e sui diversi formati.

G. P.


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