Ultimo aggiornamento:  23 Gennaio 2023 11:48

Un Cersaie alla grande

Paolo Romani, GRUPPO ROMANI

Dottor Romani, si è parlato fin dai mesi scorsi di “TEMPESTA PERFETTA” per descrivere la situazione ancora in corso, dove l’incredibile esplosione dei costi energetici si è accompagnata alla carenza di materia prima a causa della guerra tra Russia e Ucraina? Ciò nonostante, sia il mercato domestico che quello internazionale hanno dimostrato finora dinamismo. Come valuta Lei dal punto di vista aziendale la situazione che emerge al momento del Cersaie?

Debbo dire innanzitutto che l’intervento del ministro della Transizione ecologica Cingolani al convegno di apertura di questo Cersaie mi ha soddisfatto riguardo alla strategia e alle azioni che i Governi dovrebbero attuare. Effettivamente ci troviamo in un periodo di Tempesta perfetta in questo anno, in quanto abbiamo registrato anche noi un aumento spropositato dei costi energetici, come luce e gas. Su questo fronte come Gruppo ci eravamo già mossi prima della fine del 2021 con l’installazione di un cogeneratore presso lo stabilimento di Rubiera, dove c’è l’impianto più energivoro, che è l’atomizzatore. L’investimento in contenimento di tali costi rende molto, quando la fabbrica va a pieno regime il risparmio energetico è notevole. Sul piano degli approvvigionamenti di materie prime, ci siamo trovati allo scoppio della guerra con una percentuale del 15/16% degli impasti nobili proveniente dall’Ucraina, tenendo conto che utilizziamo sulla nostra produzione complessiva un 50% di paste nobili. Abbiamo quindi immediatamente proceduto alla sostituzione di tali prodotti per non restare scoperti. Il resto degli approvvigionamenti veniva dalla Germania. Abbiamo dovuto subire nelle prime settimane la sospensione delle consegne via treno e dovevamo aspettare come unica alternativa le forniture via nave da Amburgo. Nello stesso periodo la Turchia per gli effetti della normativa antidumping ha fermato le spedizioni di terra verso l’Italia. La figura professionale del nostro geologo era diventata cruciale per poter gestire l’avanzamento della produzione. Abbiamo sospeso gli spessorati per le pavimentazioni e i marmi lucidi. Non eravamo in grado in quel periodo di offrire un prodotto di qualità. Ora ci approvvigioniamo nuovamente e regolarmente dalla Germania. Ma i problemi non sono limitati solo alle paste nobili. Il Boom dei costi delle materie prime tocca tutti gli ambiti. Un altro punto molto dolente è che nel 50% della produzione di Cerasarda vengono utilizzate graniglie al litio che è una materia prima dominata da un monopolio cinese e quindi i prezzi sono esplosi. Nonostante tutto ciò, a fine agosto abbiamo ripreso come solitamente dopo le ferie. Stiamo gestendo la situazione con il portafoglio alto di ordini. Paradossalmente il costo del lavoro oggi ci preoccupa meno dell’influenza pesante dei costi energetici.

Sul lato dell’offerta, che cosa avete portato in fiera?  Quali i prodotti più innovativi come superfici, materiali e tendenze grafiche.

Nel 2021 avevamo presentato 9 collezioni al CERSAIE e sono andate tutte regolarmente in produzione con quantitativi soddisfacenti. Ora ci siamo tornati con 6 collezioni di Gruppo, di cui 2 per Serenissima 2 per Cir, 1 per Cercom e 1 per Cerasarda. Per Cir presentiamo la serie Tadelak , un  cemento marocchino che viene da Marrakesh. Inoltre tra i prodotti più caratteristici riproponiamo il Cotto delCampiano, una idea che viene dal territorio locale. Poi abbiamo collezioni, che offrono una mescolanza tra pietre diverse e un altro tipo di cemento. Cerasarda invece ha lavorato  sulla tradizione locale, lanciando un pavimento in porcellanato con ispirazione sughero che viene da Calangianus, ricavato dalla macchia mediterranea.

Le elezioni si sono appena svolte e hanno dato un primo verdetto. Quali sono le priorità di politica industriale che il Governo che verrà dovrebbe impartire e percorrere? 

Serve intervenire sul cuneo fiscale. L’inflazione prima o poi inciderà sui consumi e dunque vanno introdotte misure di politica economica, di cui devono beneficiare i cittadini. Sul piano internazionale noi dobbiamo concorrere con la Cina e anche con l ‘America. Chi produce in America ha dei vantaggi rispetto ai gruppi, come il nostro, che producono unicamente in Italia. Ci aspettiamo dal nuovo Governo che il primo intervento sia sui costi energetici prima ancora che sul costo del lavoro. Il nostro Gruppo ha stipulato contratti con la SNAM, che mediamente si traducono in un costo del metano sui 120 €. Sul 2023 non siamo ad oggi coperti. Tenga conto che nel 2021 lo pagavamo 18 €, quindi siamo a un aumento di 6 volte tanto. Comunque restiamo in corsa, siamo vivi, aperti e guardiamo al futuro. Del resto mio padre mi ha insegnato il suo principio “Devi essere ottimista per contratto”. Giorgio Pagliani


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