Ultimo aggiornamento:  14 Marzo 2024 9:44

Leader nel mondo

Graziano Verdi, A.D e co-fondatore del Gruppo Italcer

Secondo semestre d’anno di grande spolvero per il gruppo Italcer.

Dopo l’acquisizione di Terratinta Group, società specializzata nell’alto di gamma delle superfici di arredo, con sede a Fiorano, è arrivata a fine ottobre un’altra operazione in terra modenese. Tramite la consociata Equipe Ceràmicas Italcer ha acquisito il 20% delle quote di Opificio Ceramico, concordando già un’opzione call per l’acquisizione della maggioranza. Opificio Ceramico è una giovane realtà specializzata in superfici ceramiche di lusso, con particolare attenzione ai piccoli formati artigianali e ai prodotti su misura. 

Per il gruppo si è trattato della nona operazione realizzata in 6 anni, dopo La Fabbrica-AVA, Elios, Devon&Devon, Rondine, Equipe Ceramicas, Bottega, Fondovalle, avvenuta solo un anno fa, e Terratinta Group. È recentemente diventato Società Benefit grazie al suo impegno in campo ESG. I suoi obiettivi, fissati in statuto, riguardano la riduzione delle emissioni di gas climalteranti nei processi aziendali, l’efficientamento energetico attraverso l’impiego di fonti rinnovabili come gli impianti fotovoltaici e la costante innovazione di prodotto con impiego sempre maggiore di materiali riciclati, oggi al 50% del totale.

Abbiamo avvicinato l’A.D. e co-fondatore del Gruppo con Alberto Forchielli, che veleggia verso i 400 milioni di fatturato, Graziano Verdi nel corso dell’ultimo Cersaie.

Dopo un 2022 di mercato dinamico, ma di costi energetici rampanti, il 2023 segna fino ad oggi un crollo dei ricavi del settore, definiti da Confindustria ceramica nell’ordine del 16-17%. Come valuta Lei dal punto di vista aziendale il trend dell’anno in corso e ci sono segnali di inversione di tendenza da questo Cersaie?

Un 2022 di grande splendore, volendo essere ironici. In questo periodo non ci siamo fatti mancare niente: abbiamo dovuto far fronte a diversi imprevisti come il Covid, l’aumento dei costi energetici e tutto quant’altro possibile. 

Come Gruppo Italcer contiamo di tenerci su un trend migliore della media del settore e poi, grazie anche all’ acquisizione di Terratinta, dovremmo risalire, anche con la ripresa economica che ci aspettiamo verso la fine del 2024-inizio 2025. 

Per il resto il calo del mercato per i produttori italiani nella seconda parte dell’anno si è amplificato, mentre assistiamo ad una espansione significativa dell’India, cresciuta di oltre il 40% di export in un solo anno sul bacino europeo. 

C’è molta diversità nelle condizioni operative dei nostri principali concorrenti. La Spagna ci fa una competizione leale, basata sul terreno dei costi, dell’efficienza e della competenza, al contrario dell’India che utilizza anche manodopera infantile ed evidenti aiuti di Stato. 

Ci descriva le novità che avete portato in fiera. Quali i prodotti più innovativi presenti dal punto di vista delle superfici, dei materiali e delle tendenze grafiche

Siamo in fiera con tanti diversi marchi. Pensi che abbiamo presentato più di 30 nuove collezioni. L’innovazione più importante di quest’anno è portata da Fondovalle. Si è riusciti ad ottenere la digitalizzazione della costa della lastra, mantenendo lo stesso effetto grafico della superficie. Siamo andati ben oltre la vena passante e infatti abbiamo raggiunto un livello estetico straordinario. 

Abbiamo nuove collezioni di materiali con formati extra-small, che consentono combinazioni anche con le grandi lastre. Il nostro sforzo è stato particolarmente incentrato sullo stile. 

Presentiamo inoltre l’innovativa ceramica ADVANCE, creata nel periodo più critico della pandemia, una ceramica brevettata con proprietà antivirali, antibatteriche ed antinquinanti, superfici che consentono una maggiore igiene sulle superfici. 

È passato un anno dall’ ingresso del Governo Meloni sulla scena. Ci sono indirizzi di politica industriale da suggerire all’azione del Governo e a livello di Unione Europea c’è condivisione delle linee portate avanti in tema ambientale dalla Commissione?  

Ho incontrato proprio oggi il viceministro Valentini. Gli ho fatto presente le istanze del nostro comparto e mi è parso molto interessato. 

Sul piano europeo gli Ets vanno banditi, non ci meritiamo questo trattamento dopo tutto quello che stiamo facendo per il miglioramento ambientale. Come ha dichiarato il presidente Savorani nel convegno di apertura, a livello di sostenibilità ambientale il denominatore deve essere la durata del prodotto, non l’ora di cottura, dove c’è il massimo consumo energetico ma a fronte di 50 anni di vita media della ceramica!

Sul tema della competitività della produzione europea bisogna poi riconoscere che non funziona l’Antidumping con l’India: un dazio del 7% non è congruo. 

Ho avuto modo di confrontarmi al riguardo con il Direttore Generale della DG Trade Commissione UE Denis Redonnet, in un recente colloquio avvenuto in occasione della sua visita al distretto ceramico, conclusasi con la visita alla nostra sede di Rubiera. Gli indiani vendono al di sotto dei nostri costi, per cui è assolutamente necessario tutelarci così come è stato fatto con la Cina dal 2011. 

Rientrando sull’ Italia, gli incentivi statali 5.0 sono necessari, così da proseguire una politica industriale avviata con le agevolazioni di Industria 4.0, proprio per favorire la transizione energetica. Per gli approvvigionamenti di metano bisogna favorire la Gas release: la nostra capacità nazionale ci consentirebbe di mettere in circolo 2 miliardi di metri cubi per 20 anni ad un costo di approvvigionamento per le imprese che non dovrebbe come nostra richiesta superare i 0,15 – 0,20 € al metro cubo. Oggi il prezzo del metano oscilla fra 0,45-0,50 €, la situazione internazionale è tesa e si rischia costantemente una nuova fiammata. 

L’Europa vuole diventare verde, lo annuncia in modo roboante e così il prezzo del gas e della benzina rimane alto per la reazione dei grandi produttori mondiali come l’Arabia, la Russia e tutti i paesi che possiedono riserve di gas e petrolio.

Giorgio Pagliani


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