Ultimo aggiornamento:  10 Dicembre 2021 11:43

Oltre le attese

Paolo Romani, del GRUPPO ROMANI

Incontriamo Paolo Romani, contitolare con il fratello Giorgio del Gruppo omonimo nell’ampio stand al padiglione 29 durante un momento di relax nell’ ultimo giorno di fiera.

Presidente, come è andato questo ritorno dopo la pandemia al Cersaie? 
Avevamo molto timore prima di questo Cersaie, la paura che non venissero clienti e di aver investito in maniera impropria. Invece in realtà, a parte alcuni mercati che non ci sono assolutamente, quelli oltremare – Asia India e Sud America – nordamericani pochissimo e pochi tedeschi, per il resto abbiamo avuto una buona affluenza.
Ho sentito anche gente molto soddisfatta, soprattutto per i primi tre giorni.
Sì, con un flusso abbastanza continuo dentro lo stand e in generale dentro il padiglione.
Allora parliamo del vostro Gruppo.
Il nostro gruppo nasce nel 1969 con mio padre Lamberto, che ha fondato la ceramica Serenissima. La prima sede era a Villalunga, dove adesso c’è ancora la nostra sede amministrativa. Dagli anni 90 fino ad arrivare ad oggi abbiamo acquisito sempre marchi, quindi abbiamo acquisito anche aziende, in particolare la Manifattura ceramica Cir di Rubiera, la Cercom di Ferrara e il marchio Capri, che poi abbiamo ceduto nel tempo, e la Isla Tiles, un brand rilevato dopo essere stato lasciato dalla Florim, allora a Fiorano. Nel 2002 abbiamo acquisito anche la Cerasarda a Olbia, che è una chicca dal punto di vista stilistico, una piccola ceramica di Olbia, che però fa molto lustro. Negli anni il gruppo si è evoluto anche dal punto di vista produttivo e quindi oggi abbiamo uno stabilimento a Olbia, uno a Roteglia verso Baiso e uno a Rubiera, dove c’è lo stabilimento che produce il maggiore numero di metri. Sei-sette anni fa, a partire dall’operazione su Isla, abbiamo creato una nuova società, dando a Mauro Cappelli, che oggi è l’amministratore delegato di Isla, la gestione totale del brand con una stock option e oggi Isla fattura 14 milioni di euro.
Ma la grande novità è che avete fatto shopping in terra modenese.
La notizia della fiera è l’acquisizione del brand Ceramica Verde 1999. La stessa strategia applicata con la Isla potrebbe essere ripresa con Verde 1999, che ha lo stabilimento a Campogalliano, ma la sede legale a Fiorano.  Noi acquistiamo un brand tramite un affitto di ramo d’azienda, la Verde mantiene il magazzino e la strategia è quella di lasciare in mano al Dottor Verde la gestione dell’azienda con un contratto blindato, che è incentrato sulla sua permanenza in azienda per un certo numero di anni.
Il fatturato a fine anno dovrebbe arrivare sui 15 milioni con la prospettiva di aumento. Noi siamo produttori per il 30-35% della metratura, che la Ceramica verde poi rivende alla clientela. Oggi è un’azienda che ha circa 17-18 dipendenti. La strategia dunque è quella di inglobare questo asset e farne uno strumento che ci garantisce una produzione per loro e magari un domani averne altri per andare progressivamente a portare dentro al nostro Gruppo come produzione tutto quello che riusciamo a fare dal punto di vista dei formati e delle nostre possibilità.
Quindi complessivamente il gruppo a fine 2021 dovrebbe fatturare quanto?
140 milioni di euro, direi. Una buona crescita. Siamo soddisfatti, è un momento buono.
Voi come tecnologia e come prodotti avete una ampia gamma.
L’unico materiale che manca nella nostra produzione sono le grandi lastre. noi facciamo dal 10×10 e quindi piccolissimo formato tramite il marchio Cir e Cerasarda fino ad arrivare agli 80×180 o 120×120, sempre però con spessori a 1 cm, quindi sempre da pressa. Non abbiamo sposato la tecnologia della continua e delle lastre per evitare la difficoltà di andarle a inserire nel nostro stabilimento. Un domani avremo bisogno anche di dover commercializzare le lastre, ma non ci pensiamo al momento, perché sarebbe un investimento troppo oneroso e un investimento logistico che in questo momento preferiamo non fare.
Il convegno di apertura del Cersaie ha dato un certo punto di vista una sensazione quasi di rinascita, forse anche per l’effetto dato dalla ripartenza del mercato italiano con il Superbonus del 110%.
Noi lo vediamo già da un annetto che il mercato italiano si è ripreso molto bene.  Commentavamo con i nostri agenti che sembra di essere tornati alla fiera di vent’anni anni fa, quando un cliente italiano veniva e c’era l’euforia di comprare, mentre negli ultimi anni l’italiano veniva e cominciava a pararsi da lontano.  Il mercato nazionale sta tirando bene, siamo presenti con circa il 20% del fatturato del nostro gruppo sul mercato italiano, che rimane comunque per noi il mercato più grosso, seguito in questo momento dalla Francia, dagli Stati uniti e quindi dalla Germania.
Spaziate anche su gli studi di architettura come clienti?
È una sfida che stiamo lanciando. Noi abbiamo una clientela tradizionale e siamo presenti nei migliori clienti nazionali come qualità di clientela. Negli ultimi 2-3 anni abbiamo cominciato a sviluppare anche un servizio di progettazione e promozione per gli architetti, gli Interior designer e gli arredatori, che sta dando dei buoni risultati. È un mercato sul quale stiamo puntando molto. Non a caso abbiamo aperto anche un negozio a Modena in corso Canalchiaro, una show Room non dedicata alle mattonelle, dove esponiamo solo dei concetti, dei decori e del vasellame Cerasarda per attirare questa tipologia di clientela.
Infine: questa esplosione dei prezzi dell’energia e delle materie prime, voi come la vedete?
La situazione la vediamo abbastanza preoccupante. Come tutte le aziende ceramiche siamo altamente energivori e fra l’altro stiamo facendo una turbina per la cogenerazione a Rubiera quest’anno per andare ad atomizzare con un risparmio energetico. Abbiamo bisogno che le situazioni si evolvano positivamente e fra l’altro le materie prime scarseggiano e si vedono rialzi, come ho verificato dalle mie visite ai colorifici.
Giorgio Pagliani


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