Ultimo aggiornamento:  14 Gennaio 2020 4:29

Nell’élite dell’alta qualità

Imprenditori modenesi hanno partecipato al prestigioso evento. Ecco come è andata.

Il Merano WineFestival brinda al successo della sua 28^ edizione riaffermando il prestigio di un appuntamento di eccellenza nel panorama italiano e non solo. A confermarlo le 11.500 presenze registrate durante le cinque giornate della manifestazione, l’aumento del numero di operatori e specialisti del settore e la partecipazione di produttori anche internazionali e di un’apprezzata ‘young generation’. 

Successo a cui non si sottraggono, almeno in parte, i modenesi presenti nel capoluogo altoatesino nei giorni del salone, poco più di una decina e prevalentemente dell’ambito vitivinicolo. Si va dalle riconferme, agli esordienti fino ai ritorni. Il primo dato che salta all’occhio è chiaramente relativo al lambrusco declinato nelle sue diverse tipologie che continua a guadagnare posizioni anche al fianco di vini prestigiosi: “Appassionati, curiosi, giornalisti, tutti si fermano”, ha detto più d’uno. Un risultato conseguito in particolare per la continua ricerca di qualità da parte degli operatori, che non si fermano però al ristretto ambito del prodotto in sé, ma che cercano di farlo veicolare anche come mezzo di promozione: delle realtà produttive e del territorio. 

Lo stesso vale per gli espositori, sempre modenesi, presenti all’interno della GourmetArena, lo spazio dedicato alla gastronomia. L’aceto balsamico tradizionale di Modena continua ad incrementare la sua attrattività, oltre ad ammaliare chi (ce ne sono ancora) lo scopre per la prima volta. Discorso che vale anche per i prodotti ad esso derivati. Va aggiunto poi il fatto che – ed anche in questo caso sono la conferma arriva dai presenti – il Merano Wine Festival oltre ad essere una vetrina di e per eccellenze, si pone anche come un punto di riferimento ideale per la promozione turistica legata a quei prodotti, per indurre ad andare a scoprirli direttamente nei luoghi di produzione. 

Il giudizio insomma che arriva, resta positivo. Per un contesto che quest’anno ha segnato un altro record di presenze, con oltre 950 case vinicole presenti, non mancando di coinvolgere un pubblico numeroso di esperti e operatori del settore enologico e della ristorazione. Numeri che esprimono un incremento non solo in termini di quantità, ma anche di qualità, evidenziando come il salone sia sempre più un esclusivo appuntamento di incontro fra produttori e operatori, una vera e propria vetrina, scusando la ripetizione di eccellenze a disposizione degli specialisti del settore.


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