Ultimo aggiornamento:  10 Dicembre 2021 12:00

Vera voglia di ripartire

“L’importante è stato esserci” ha confermato più d’uno, segno che in presenza significa cogliere quelle opportunità che la kermesse ha comunque offerto.

Venti operatori in tutto, da Modena e provincia, su 2mila totali. Ben lontani dalle presenze dell’ultima edizione che spaziavano per ogni ambito del settore food. Ma, comunque determinati ad esserci, in presenza. Per cogliere quelle opportunità di ripartenza offerte da una fiera che resta un punto di riferimento: nel panorama nazionale ed internazionale. Il settore più rappresentativo, quello dell’aceto balsamico, con aziende che sono realtà consolidate a livello territoriale.
Non sono però mancate, sorprese, start up innovative ed esordienti: nell’ottica di chi pur facendo parte del settore, anche in modo indiretto, ha comunque voluto investire in quella che si è presentata come un’opportunità dopo tanto tempo. Positiva, se si vuole. Perché dalle loro parole, la prima cosa che salta all’occhio è stata “L’importante è stato esserci”, “Tornare in presenza”, ”Un’emozione”, “Forte interesse”. Accompagnato però dalla riflessione che ci si sarebbe aspettato qualche visitatore straniero in più, che non sono mancati ovviamente. Spagna, Francia, Germania e nord Europa non hanno disertato l’appuntamento di Parma, così come gli americani. Nel complesso i visitatori sono risultati circa 40mila di cui 2000 provenienti da oltre confine.
Ad essere mancate in particolare sono state le provenienze da Asia ed estremo oriente. Un angolo di mondo che, con la sua peculiare ricerca di qualità, anche nell’alto di gamma food, riesce a muovere volumi di mercato parecchio rilevanti. Ad incidere la pandemia e nonostante misure e protocolli anticontagio, gli spostamenti da quella fetta di mondo sono risultati limitati. Questo ha creato un pizzico di rammarico tra gli intervenuti perché volente o nolente ha rappresentato un’opportunità in meno.
Resta il bicchiere mezzo pieno alla fine. Il ritorno in presenza ha sopito (con ogni probabilità) il rimpianto nei confronti delle grandi kermesse pre-Covid: visitatori comunque numerosi, ma selezionati (trend questo comunque iniziato già cinque anni fa), ampio spazio al dibattito lungo le filiere e con il Governo, grande visibilità a innovazione e ai territori, del Made in Italy agroalimentare. Un felice ritorno agli eventi in presenza alla fine, per il quale tutte le aziende presenti hanno confermato nei saluti finali la loro partecipazione alla prossima edizione di Cibus, che si terrà a Parma dal 3 al 6 maggio 2022, dove si proverà a replicare ed ampliare il successo – per certi versi inaspettato – del 2021.

Gi.Po


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